Diffamazione online: siti Web generici e blog davvero salvi

Solo le testate giornalistiche online dovranno rispondere alle nuove regole sulla diffamazione.

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a cura di Dario D'Elia

Sulla diffamazione a mezzo stampa e online c'è finalmente accordo: venerdì scorso in commissione Giustizia della Camera tutti sono tornati a miti consigli. Mancano ancora dei passaggi, ma l'esame dell'Aula è vicino.

Le novità rispetto all'attuale legge non sono poche. Il presidente della II commissione, Donatella Ferranti (Pd), ha confermato l'innalzamento delle pene pecuniarie per chi diffonderà notizie "con la coscienza della sua falsità", già indicava l'emendamento dei relatori Enrico Costa (Pdl) e Walter Verini (Pd). Allo stesso tempo è stata prevista la possibilità per il magistrato di escludere la punibilità del reato in caso di  rettifica "tempestiva, proporzionate e collocata adeguatamente".

L'accordo

Il cosiddetto omesso controllo e la correlata responsabilità penale continueranno a essere del direttore oppure di "uno o più giornalisti professionisti idonei a svolgere le funzioni di vigilanza" in presenza di una delega scritta.

Per quanto riguarda il Web si è esclusa l'applicazione delle nuove norme ai blog e siti generici. L'obbligo di rettifica, come deciso dal voto della maggioranza, sarà previsto solo per le testate giornalistiche online registrate ai sensi della legge sulla stampa e con un direttore responsabile. In pratica solo le vere e proprie testate giornalistiche.

Le pene inoltre saranno graduali: da 20mila euro fino a 60mila euro. Eliminata la carcerazione. In sede di votazione in Aula potrebbe essere inserita una voce dedicata alla cosiddetta "querela temeraria", ovvero senza fondamento per fare pressione sui giornalisti.

Infine è stata approvato l'emendamento che elimina l'aggravante quando la parte diffamata sia "corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio".