DNA di salmone e atomi di argento per il DVD del futuro

Un gruppo di ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology ha realizzato una memoria basata su DNA di salmone e atomi di argento. Si tratta di una soluzione WROM, che si può scrivere una sola volta, molto simile a quella usata in DVD e Blu-Ray. Non è il primo esempio di DNA organico applicato a chip per l'elettronica.

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a cura di Manolo De Agostini

DNA di salmone e nanoparticelle di argento per una memoria che non perde dati. A realizzare questa impresa sono stati i ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology (Germania), insieme ai colleghi taiwanesi della National Tsing Hua University.

La memoria realizzata è di tipo WORM, acronimo di write-once-read-many, cioè "scrivi una volta, leggi più volte". Si comporta quindi in modo del tutto analogo alla tecnologia di un disco ottico (DVD e Blu-Ray).

Esempio di come la luce UV inneschi la formazione di nanoparticelle di argento usando DNA di salmone - clicca per ingrandire

L'alchimia tra due materiali di base così differenti è stata possibile grazie a una disposizione precisa e all'uso di luce ultravioletta (UV). I ricercatori hanno riposto il DNA di salmone (ricavato dallo sperma) e gli atomi di argento su una sottile pellicola di polimeri, irradiata da una luce UV che ha innescato un processo di raggruppamento degli atomi di argento in blocchi di nanoparticelle. In questo modo è stata ottenuta la piattaforma per la codifica dei dati.

Il dispositivo realizzato è in grado di mantenere la carica alla presenza di un livello di corrente ridotto (stato off) e allo stesso tempo di far passare la carica con un elevato campo di corrente (stato on). Una volta attivata, la memoria rimane attiva e modificando la tensione degli elettrodi non è stato notato alcun impatto sulla conduttività, il che significa che l'informazione può essere scritta sulla memoria ma non sovrascritta. In sostanza, è conservata indefinitamente.

Schema della memoria con DNA di salmone e particelle di argento

L'uso del DNA come base per realizzare chip per i computer potrebbe apparire strana, ma è una branca della nano-ingegneria che sta riscuotendo sempre maggiore attenzione e a cui partecipano aziende del calibro di IBM. Secondo i ricercatori, questa tecnica potrebbe essere adottata per creare dispositivi di archiviazione ottica, ma anche chip ottici con circuiti integrati. Sulle tempistiche però nessuno si sbilancia: siamo ancora molto lontani dai Blu-Ray al gusto di salmone.