Documento top secret: UE inchioda l'antipirateria italiana

Lo Studio Sarzana ha svelato il documento UE che inchioda l'AGCOM sul documento antipirateria. Non è chiaro per quale motivo sia stato snobbato.

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a cura di Dario D'Elia

La norma antipirateria approvata dall'AGCOM era stata fortemente criticata dalla Commissione Europea, quando era in versione bozza. Eppure, per motivi ignoti, ogni indicazione è stata ignorata. A distanza di mesi scopriamo, grazie all'avvocato Sarzana, che il Documento Confidenziale di Bruxelles, redatto dal Commissario alle relazioni istituzionali Maros Sefcovic, si concentrava proprio su punti discutibili del regolamento. Che poi alla fine sono rimasti tali nella versione definitiva.

Nelle 6 pagine arrivate da Bruxelles vi sono osservazioni e contestazioni di varia entità, comunque "in grado di sconvolgere l'impianto stesso del regolamento dalle fondamenta", come sottolinea lo Studio Sarzana. Pare che sia giunto alla rappresentanza diplomatica italiana di Bruxelles il 2 dicembre, e sul tavolo del Governo italiano "solo in questi giorni".

Presidente AGCOM, Angelo Cardani

Qui c'è un piccolo giallo perché prima dell'approvazione del regolamento il 12 dicembre sulla stampa specializzata si diffonde la voce che con Bruxelles sia tutto a posto. In verità la soffiata viene dal Palazzo, probabilmente.

Resta il fatto che il documento della Commissione UE è ben più duro di quanto ci si aspettasse. Ma andiamo con ordine. Il primo punto è che AGCOM avrebbe fatto un po' confusione sulle definizioni.

"In merito alla definizione di gestore di pagina internet all'articolo 1, lettera h, del progetto di notifica la Commissione ritiene che l’attuale formulazione possa dare origine ad incertezza giuridica", si legge nella nota UE. "[…] non è chiaro perché le autorità italiane propongono di introdurre l'ulteriore concetto di gestore di pagina internet, il quale non è usato né dalla direttiva sul commercio elettronico né più in generale dalla rilevante legislazione dell'UE".

Dopodiché tocca anche ai concetti di opera digitale.

Che botta!

"In merito alle opere digitali, come definite all'articolo 1, lettera p del progetto di notifica, si chiede alle autorità italiane di chiarire cosa si intende con la condizione che tali opere siano diffuse su reti di comunicazione elettronica. In particolare non è chiaro se questa definizione riguardi unicamente le opere inviate e ricevute in formato digitale in forma intangibile escludendo le opere digitali in forma tangibile (ad esempio vendita di dvd online)".

Il punto più critico comunque riguarda la procedura di "notice and take down" pre-amministrativa. L'AGCOM in questo caso ha corretto il documento definitivo è l'ha completamente eliminata, lasciando a sé stessa il potere esclusivo su ogni decisione. Infatti non sono previsti parametri di valutazione iniziali: si segnala al Garante irregolarità e lui manda notifiche.

"[… ] in merito all'articolo 10, paragrafo 1 ( divenuto poi l'art 9, NdR.) del progetto di notifica, che istituisce un procedimento abbreviato per grave lesione al diritto di sfruttamento economico di opere digitali, causato tra l’altro dal carattere massivo della violazione, occorre considerare che, data la natura di internet, ogni opera può essere copiata molto facilmente e pertanto può essere difficile determinare la portata della violazione", puntualizza ancora Bruxelles parlando delle violazioni massive.

Insomma, qui il punto è semplice: come può l'AGCOM "trovare un parametro oggettivo per valutare le violazioni del diritto d’autore?".

Sul bilanciamento dei diritti delle parti in causa, infine, si consuma l'ultimo affondo. "[…] alla luce delle conseguenze che il procedimento abbreviato ha per il diritto di difesa, la Commissione desidera chiedere alle autorità italiane di chiarire in che modo intendano garantire la protezione dei diritti fondamentali nell’applicazione dei criteri di cui all’articolo 10, paragrafo 2 del progetto di notifica".

Il procedimento abbreviato è quello in cui è il Collegio dell'AGCOM a decidere sulle rimostranze di un eventuale gestore di sito Web che si oppone alle richieste di rimozione. Ebbene, l'AGCOM non ha cambiato di una virgola il suo regolamento.

"Ma com'è possibile che l'AGCOM ignori i rilievi della Commissione Europea sui diritti fondamentali, e vada avanti comunque nell'approvazione?", si domanda Sarzana.

Non sappiamo rispondere, ma siamo certi che le lobby industriali devono aver fatto un ottimo lavoro.