Droghe su YouTube: Google le censuri o va in tribunale

Le pubblicità su YouTube di farmaci senza prescrizione, droghe e documenti falsi hanno messo in allerta tre Stati statunitensi: o Google le fa sparire o si va in tribunale.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I video pubblicitari di stupefacenti che circolano su YouTube non sono passati inosservati: Oklahoma, Nebraska e Mississippi chiedono a Google di far sparire tutti gli annunci pubblicitari di attività illegali. Si parla di siti che pubblicizzano la vendita di potenti farmaci senza la prescrizione medica, come i narcotici, ma non solo. Si accusa Google di fare soldi con le pubblicità dei video di marketing per attività illegali di ogni tipo, dalla vendita di droghe a quella di passaporti falsi, merci contraffatte e via dicendo.

"Non solo le attività rappresentate o promosse nei video sopra descritti sono illegali in sé e per sé, ma nel caso dei documenti falsi, le guide alla falsificazione possono portare ad altri reati che vanno dalla vendita di alcolici ai minori fino ad arrivare agli atti di terrorismo", si legge nella denuncia.

Google accusata di fare i soldi con le pubblicità di prodotti illegali 

Da qui l'appello dei tre stati statunitensi: "siamo consapevoli che YouTube sia una piattaforma aperta e che non tutti i contenuti possano essere presidiati. Tuttavia, il fatto che Google cerchi attivamente di trarre profitto dalla pubblicazione di questi tipi di video su YouTube - un sito web particolarmente popolare tra i bambini e gli adolescenti - è molto preoccupante".

È proprio questo il punto, e il motivo per cui le pubblicità di certi generi merceologici (fra cui droghe, sigarette e superalcolici) sono vietate anche in Italia: gli adulti possono consapevolmente decidere di fare qualcosa che potrebbe danneggiare la loro salute, ma spesso i minori (da due anni in su, non solo liceali) non hanno ben presenti tutte le possibili implicazioni nel breve e nel lungo periodo, quindi vanno tutelati.

Tre Stati chiedono a Google di censurare le pubblicità di questi siti

Google interverrà? Probabilmente sì. In seguito alla prima denuncia, del Mississippi, che minaccia di citare in giudizio Google per aver facilitato la vendita di farmaci senza prescrizione e altri prodotti illegali, l'azienda ha dichiarato il suo impegno per tutelare le inserzioni di aziende legittime e combattere quelle che svolgono attività illegali.

Jon Bruning del Nebraska però si è detto "profondamente deluso per l'atteggiamento apatico di Google verso la sicurezza di Internet e la tutela dei consumatori" e reputa che l'azienda debba essere ritenuta "responsabile per avere tratte profitto da una piattaforma che perpetua l'attività criminale".

Del resto Google è una recidiva: è già stata oggetto di un'accusa penale per avere favorito la vendita di farmaci illegali, da cui è uscita pagando una multa di 500 milioni di dollari. Credevamo che avesse imparato dall'esperienza passata, ma a quanto pare non è così. Vediamo se questa seconda mazzata alla sua immagine pubblica servirà di lezione.