Emendamento Fava oggi in Parlamento: votate bene!

L'emendamento Fava anti-pirateria non piace a nessuno, persino a Confindustria Digitale. La speranza è che oggi i parlamentari votino bene. Il rischio è che si concretizzi un sistema di censura preventiva, che oltre a ledere i diritti dei cittadini, metterebbe in serio pericolo gli investimenti industriali.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'emendamento Fava (sulla pirateria) sarà votato oggi in Parlamento. Se mai dovesse essere approvato dovremo vedercela con i nostri figli, e scontare sulla nostra pelle forma (Fava) e sostanza (fava) di una pessima iniziativa legislativa. Qualcuno l'ha definita la "SOPA italiana" ma sarebbe un complimento che non ci sentiamo di condividere: negli Stati Uniti almeno hanno avuto il buon gusto di lasciare ai giudici l'ultima parola. Da noi basterebbe una peperonata sullo stomaco di un detentore dei diritti di copyright per obbligare i provider a fare tabula rasa.

Persino Confindustria Digitale ha chiesto la soppressione dell'emendamento Fava, poiché "ipoteca e penalizza lo sviluppo dell'economia digitale". Avrebbe infatti "un impatto depressivo sul nascente mercato dell'e-commerce in Italia e in genere sulle opportunità di sviluppo che offre il web".

Astenersi valutazioni Lombrosiane su Fava

"La legge impone agli operatori di segnalare alle autorità le notizie di violazione che ricevono da parte di chi si qualifica come titolare dei diritti ed, essendo la repressione dei reati e le relative indagini prerogativa esclusiva della magistratura, non è consentita alcuna surroga da parte dei privati", sottolinea Confindustria Digitale in una nota. "Tutto il settore dell'ICT è unanime nel chiedere al Parlamento di considerare la soppressione dell'articolo introdotto dal cosiddetto emendamento Fava nella Legge comunitaria". 

Insomma anche per l'industria di settore questo viene considerato un "inaccettabile controllo dei contenuti che passano sulle reti" con il rischio di "un sistema di censura preventiva, che oltre a ledere i diritti dei cittadini, metterebbe in serio pericolo gli investimenti industriali nel settore dell'informazione online e della commercializzazione di contenuti".

E la lista degli indignati è lunga: da Agorà Digitale ed altre 400 associazioni, giornalisti, blogger, politici, etc. Su Twitter impazza #nofava. Ogni ulteriore spiritoso commento è facoltativo.