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a cura di Alessandro Crea

Nell'ambito del progetto MATS (Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar), l'ENEA ha realizzato in Egitto, a 40 km da Alessandria d'Egitto, un innovativo impianto solare termodinamico, che non soltanto produce energia e calore, ma dissala anche l'acqua di mare, rendendola potabile.

Caratterizzato dall'impiego di 18 specchi parabolici lunghi ciascuno cento metri e dall'utilizzo di altre fonti energetiche localmente disponibili, soprattutto biomasse, l'impianto realizzato secondo la tecnologia ideata dal premio Nobel Carlo Rubbia è capace di fornire stabilmente 5 megawatt di calore, fino a 1 megawatt di energia elettrica e circa 250 metri cubi al giorno di acqua dissalata, sufficienti a coprire il fabbisogno di una piccola comunità di circa 1000 abitanti.

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L'aspetto più caratterizzante, basato sulla stessa tecnologia già utilizzata nell'impianto Archimede dell'Enel a Priolo Gargallo (SR), prevede l'utilizzo di sali fusi alla temperatura massima di 550°C, come fluido di processo e sistema di accumulo termico per immagazzinare l'energia e poi distribuirla anche in assenza di fonte solare, ad esempio di notte.

Per sostenere le temperature elevate dei sali fusi inoltre nell'impianto sono stati utilizzati tubi speciali realizzati da un'altra eccellenza tecnologica italiana, la società Archimede Solar del gruppo Angelantoni. Queste innovazioni inoltre non sono fini a sè stesse offrendo anzi un vantaggio competitivo notevole sia in termini di costi, grazie a una progettazione semplificata, sia di potenza dell'impianto. Sostituendo infatti gli oli diatermici con i sali fusi è stato possibile eliminare gli scambiatori di calore olio-sali e diminuire i problemi di sicurezza legati all'uso di oli, migliorando anche l'impatto ambientale: i sali fusi infatti tra le altre cose sono anche fertilizzanti comuni e poco costosi, atossici e non infiammabili.

Impiantosolareconcentrazione

Ora il progetto prevede la formazione di personale locale per la gestione del nuovo impianto, con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. "Il nostro obiettivo è trasformare una regione semi-desertica in un hub tecnologico, rafforzando la collaborazione scientifica dell'UE con la sponda Sud del Mediterraneo, e di replicare questa esperienza in altre aree del Nord Africa e del Medio Oriente per favorire e diffondere tecnologie innovative in una logica di cooperazione allo sviluppo" ha affermato Alberto Giaconia, coordinatore del progetto e ricercatore del laboratorio Enea di Ingegneria delle tecnologie solari.