Energia solare per creare carburante dal gas serra

Alcuni scienziati hanno messo a punto una tecnologia in grado di riutilizzare il CO2, uno dei principali gas responsabili dell'effetto serra.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Le emissioni di diossido di carbonio (CO2) sono al centro di tutte lediscussioni ambientali: si stima che un SUV di grossa cilindrata possaespellere più di 100 tonnellate di questo gas nocivo durante un ciclo di vita, contribuendonotevolmente al surriscaldamento globale. Mentre i costruttori di automobili siconcentrano nella produzione di sistemi in grado di ridurre le emissioni diCO2, gli scienziati si muovono su una strada differente, e rivendicano di averprogettato un sistema in grado di trasformare il CO2 in una fonte di energiarinnovabile.

L'idea che sta dietro a questo approccio è da ricondurre agli anniventi (1920), quando uno scienziato tedesco sviluppò una tecnologia in grado diconvertire il monossido di carbonio in combustibile liquido. Oggi i chimicidell'università della California hanno dichiarato di aver messo a punto un dispositivo,ancora prototipo, in grado di catturare l'energia del sole, convertirla inenergia elettrica, e dividere il diossido di carbonio in monossido di carbonio(CO) e ossigeno.

Questo dispositivo è ancora in fase di ricerca, e il problema principale riguardala necessità di più energia per svolgere questo processo. Tuttavia l'approccioè alquanto promettente, considerando specialmente il prezzo della benzina incostante aumento e i problemi legati all'inquinamento ambientale. CliffordKubiak, professore di chimica e biochimica dell'Università della California,San Diego (UCSD), afferma: "Questosistema permette di produrre CO, un elemento chimico importante per l'industria,solitamente prodotto da gas naturali. È così possibile risparmiare carburante,produrre elementi chimici utili, e ridurre l'impatto ambientale delle emissioni".

Kubiak e il suo studente Aaron Sathrum affermano che il processo didivisione del diossido di carbonio utilizza un semiconduttore e due sottililayer catalizzatori. Questo divide il diossido di carbonio per generaremonossido di carbonio e ossigeno in un processo a tre fasi. Prima di tutto, ifotoni dell'energia solare sono catturati dal semiconduttore; successivamente,l'energia ottica è convertita in energia elettrica da un chip. Durante la terzafase, l'energia elettrica è fornita al catalizzatore. Il catalizzatore poiconverte il diossido di carbonio in monossido di carbonio e ossigeno. Kubiak eSathrum utilizzano un semiconduttore silicico per testare il loro dispositivo. Tuttavia,considerano il silicio troppo "debole", dato che non è in grado difornire sufficiente energia per dividere il diossido di carbonio. Il team orasta costruendo un nuovo dispositivo basato su un semiconduttore al fosfuro di gallio,capace di offrire un band gap superiore al silicio e assorbire più energialuminosa. Kubiak e Sathrum credono che questo materiale sia in grado di offrireenergia sufficiente per gestire il processo di divisione del diossido dicarbonio.

Come sempre, davanti a queste notizie, tiriamo un sospiro di sollievo enella nostra mente si dipinge l'immagine di una terra verdeggiante, conuccellini che cantano e scoiattoli che sgranocchiano ghiande sui rami deglialberi. Bastano però pochi secondi perché la scena si dipinga con nubitossiche, ciminiere e liquami verdeggianti nei fiumiciattoli. Insomma, lemacchina a energia solare, quella a idrogeno con Beppe Grillo che respira apieni polmoni vicino al tubo di scappamento della marmitta, energie rinnovabilie tecnologie dal pollice verde, tutte belle scene e parole, ma perché stiamoancora facendo la guerra del petrolio? Interessi economici? Interessi politici?Disinteresse generale verso il pianeta blu? La risposta è quasi scontata, maquando la terra presenterà il conto, forse l'insensibilità umana pagherà pegno.Speriamo solo che il conto non sia troppo salato…