Facebook: guai in Germania, sotto accusa uso dati personali

Un tribunale regionale di Berlino ha dichiarato contrari al diritto dei consumatori tedesco l'utilizzo dei dati personali e le impostazioni predefinite sulla privacy operate da Facebook. Il colosso dei social network ha già annunciato di voler ricorrere in appello.

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a cura di Saverio Alloggio

Le impostazioni predefinite sulla privacy e l'utilizzo dei dati personali operato da Facebook sono contrari al diritto dei consumatori tedesco. A stabilirlo è una sentenza emessa da un tribunale regionale di Berlino, che apre a scenari che potrebbero potenzialmente rivoluzionare l'utilizzo del social network e, soprattutto, le modalità di aproccio allo stesso da parte degli utenti.

Secondo il tribunale in questione, Facebook raccoglie e utilizza i dati personali senza fornire agli utenti informazioni sufficienti al fine di poter concedere un consenso consapevole. La sentenza ha dunque dichiarato illegali 8 clausole delle condizioni generali e 5 delle impostazioni predefinite per quanto riguarda la privacy.

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Tutto è partito dall'iniziativa della VZBV, ovvero l'associazione che raggruppa le organizzazioni dei consumatori tedesche. La logica è stata quella di mettere sotto la lente d'ingrandimento il fatto che Facebook obbligasse, in fase d'iscrizione, a fornire i propri dati personali autentici, senza informare in modo sufficiente dell'utilizzo operato degli stessi.

La sentenza, che è stata emessa a metà gennaio ma resa pubblica solo oggi, non è ancora passata in giudicato, e Facebook ha già annunciato di voler ricorrere in appello contro la decisione del tribunale regionale di Berlino. Anche perchè, se tutto venisse confermato anche negli ultimi gradi di giudizio, sarebbe possibile iscriversi alla piattaforma in Germania senza l'obbligo di fornire i propri dati personali autentici. 

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Peraltro, tra le clausole dichiarate illegali, c'è anche quella che consente a Facebook di cedere a terzi l'utilizzo dei dati personali (per scopi commerciali) e dell'immagine profilo, sulla base ovviamente del consenso dell'utente. Insomma, una bella gatta da pelare per il social network per eccellenza.

"Stiamo lavorando sodo per garantire che le nostre linee guida siano chiare e facili da capire e che i servizi offerti da Facebook siano pienamente conformi alla legge", ha dichiarato il social-network. In merito è intervenuta anche Sheryl Sandberg, chief operating office di FB, che ha annunciato cambiamenti al fine di inserire tutte le impostazioni di base della privacy in un un unico posto, così da renderle più facilmente consultabili e gestibili agli utenti. 

Sheryl Sandberg
Sheryl Sandberg

Sembra che Facebook voglia cogliere l'occasione per rinnovare radicalmente le proprie impostazioni sulla privacy, con l'obiettivo di allinearsi all'introduzione in Europa del regolamento generale sulla protezione dei dati personali (GDPR), che inizierà ad avere efficacia a partire dal 25 maggio 2018.

In ogni caso, sarà certamente significativo verificare l'andamento della questione in Germania. La sentenza emessa dal tribunale regionale di Berlino apre infatti, potenzialmente, a conseguenze importanti, soprattutto nell'utilizzo stesso del social network da parte degli utenti, pur sottolineando ulteriormente come non si tratti di una sentenza passata in giudicato, cioè definitiva.