FOIA italiano approvato, accesso a dati e documenti della PA

L'Italia ha il suo FOIA, ovvero un Freedom Of Information Act. Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il primo decreto di attuazione della riforma Madia. Libero accesso a dati e documenti della PA.

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a cura di Dario D'Elia

L'Italia ha finalmente il suo FOIA, ovvero un Freedom Of Information Act che permetterà a ogni cittadino di accedere a dati e documenti relativi alla pubblica amministrazione. Ieri il Consiglio dei Ministri ha aperto alla "trasparenza" approvando il primo decreto di attuazione della riforma Madia.

Il testo è stato oggetto di numerose correzioni nel tempo, anche grazie al contributo di Foia4Italy, la rete di 30 associazioni che si è impegnata per ottenere una riforma realmente utile ed efficiente. Il testo completo non è ancora disponibile, ma potrebbe essere divulgato già oggi.

foia

La nota di Palazzo Chigi anticipa alcuni dettagli chiave. "In tema di accesso civico è stato eliminato l’obbligo di identificare chiaramente dati o documenti richiesti, è stata esplicitata la prevista gratuità del rilascio di dati e documenti, è stato stabilito che l’accoglimento o il rifiuto dell’accesso dovranno avvenire con un provvedimento espresso e motivato, è stato previsto che l'accesso è rifiutato quando è necessario evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici o privati indicati", si legge su Governo.it.

In pratica salta il cosiddetto "silenzio-diniego" che concedeva alle amministrazioni di rigettare senza spiegazione le richieste. D'ora in poi dovrà essere motivato. In secondo luogo è prevista totale gratuità per l'accesso alle documentazioni e al massimo un contributo per la riproduzione su supporti materiali.

madia e renzi
Ministra Madia e Premier Renzi

Il diniego sarà ancora possibile, ma il cittadino potrà sottoporre ricorsi al TAR oppure a un Osservatorio FOIA dedicato. L'Autorità anticorruzione di Cantone avrà il potere di definire i casi in cui sia sufficiente un riassunto delle informazioni invece che la diffusione di documenti completi. All'ANAC poi il compito di redigere le linee guida che stabiliranno le deroghe "a tutela di interessi pubblici e privati". Quindi non sarà possibile accedere ai contratti siglati a seguito di bandi, ai dati in possesso alle Authority, alle indagini su reati, alla corrispondenza della PA.

Il punto più debole dell'intero impianto comunque è risaputo: non sono previste sanzioni per le amministrazioni che si rifiutano di rispondere. "Il bilancio è comunque positivo", ha commentato Federico Anghelè, campaigner di Riparte il futuro, l'organizzazione per le campagne digitali. "È un enorme passo avanti, avremo finalmente in Italia un diritto di accesso generalizzato, un accesso civico come esiste in oltre 90 paesi nel mondo".

"Le eccezioni così come previste ci sembrano davvero o troppo ambigue o troppo vaghe o troppo ampie". La sperenza di Anghelé è di poter collaborare con ANAC sulle linee guida. "La società civile è stata protagonista sin qui, come non mai. Perché isolarla ora?".