Fusione nucleare alla svolta, il Sole artificiale è più vicino

Alla National Ignition Facility di Livermore hanno ottenuto un risultato storico con la fusione nucleare.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Risultato storico per la fusione nucleare a confinamento inerziale (inertial confinement fusion, ICF), perché per la prima volta si è ottenuta più energia dal sistema di quanta ne sia stata immessa per avviare la reazione. A riuscirci sono stati i ricercatori del NIF (National Ignition Facility) presso il Lawrence Livermore National Laboratory (Livermore, USA, @Livermore_Lab), che già lo scorso ottobre si erano avvicinati moltissimo al break-even.

Un esperimento durato meno di un miliardesimo di secondo e che ha richiesto l'uso di 192 laser ad alta energia – il sistema laser più grande e potente del mondo: un momento magico nel quale deuterio e trizio si sono fusi insieme, bruciando come accade sul Sole. I due elementi erano racchiusi in un "serbatoio" sferico con solo 2 mm di diametro. Colpendolo con i laser si sono generate radiazioni X che hanno compresso la sfera interna di 35 volte; più o meno, fa notare uno degli scienziati, come ridurre un pallone da basket alle dimensioni di un pisello.

Innalzamento di pressione e temperatura, e carburante mantenuto in una perfetta forma sferica. A dirlo così sembra facile ma gli scienziati del NIF ci lavorano da anni, e per quanto il risultato attuale sia storico non siamo ancora all'obiettivo finale.

Il centro di ricerca è infatti un'opera miliardaria che punta a raggiungere il punto di ignizione; vale a dire innescare una fusione che si possa poi autoalimentare. Se dovessero farcela il sistema laser sarebbe la scintilla per accendere un sole in miniatura.

Perché vale la pena investire denaro in questa ricerca? Tanto per cominciare reattori di questo tipo produrrebbero meno scorie radioattive, e queste resterebbero attive meno a lungo di quelle che derivano dai reattori a fissione. Inoltre idealmente l'energia prodotta dalla fusione sarebbe anche poco costosa. Più pulita, più sicura e meno costosa: per quanto ci sia ancora molto lavoro da fare abbiamo il dovere di continuare su questa strada.

A meno che l'eCat di Andrea Rossi non dovesse davvero risolvere i problemi energetici del pianeta. Nella malaugurata ipotesi che le cose non stiano così, se non altro, è sempre una buona idea prepararsi un piano di riserva. Chi volesse approfondire l'argomento può comprare a 30 euro l'articolo di Nature originale.