Google Friend accelera sulle identità online

Google risponde colpo su colpo a Facebook, con Google Friend, che si oppone e Facebook Connect. Sullo sfondo il controllo delle identità online, e di un lucroso e inesplorato mercato pubblicitario.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google scende in campo contro Facebook Connect, e mette in campo, in anticipo rispetto a quanto atteso, l'arma di Google Friend.

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di Facebook Connect, l'applicazione che permetterà agli utenti Facebook di usare gli stessi dati di accesso del popolare sito per accedere anche ad altri siti, facilitando ed intensificando la condivisione delle attività online, come la partecipazione a forum, la fruizione di contenuti multimediali, o gli acquisti online.

I principale concorrenti di Connect si chiamano Google e MySpace, che offrono funzioni simili. La mossa di Facebook ha provocato il contrattacco di Google. Inaspettatamente, infatti, Google ha messo in campo una prima beta pubblica di Friend Connect, poche ore dopo l'ufficializzazione di Facebook Connect.

L'applicazione di Google non è molto diversa da quella di Facebook: entrambe permettono di usare una sola identità online, e di muoversi tra diversi siti. Cambia la tecnologia: Facebook ha optato per uno standard chiuso, mentre Google Friend si basa sull'ormai conosciuto OpenID.

 

Le funzioni sono simili: un sito che accetta un'identità condivisa, potenzia in un colpo solo le proprie caratteristiche "social", ospitando il profilo dell'utente, e facilitando la condivisione anche dei propri contenuti. Piuttosto vantaggioso, anche perché è il passo futuro della pubblicità online, e a quanto pare sarà davvero molto lucrativo.

Google Friend, grazie alla compatibilità con OpenID, supporta anche gli account Yahoo e AOL. Contrariamente a quanto sostengono alcuni, i gestori dei siti non sceglieranno, secondo noi, tra "open e closed", ma si orienteranno al partner che può produrre più benefici, e non è detto che la potenza economica e pubblicitaria di Google facciano la differenza.

In questo senso, scegliere Facebook potrebbe essere controproducente, visto che poi bisognerebbe spiegare ai propri utenti perché si è scelto uno standard chiuso, quando ce n'era uno aperto disponibile. D'altra parte, nel caso di Google, forse sarebbe più onesto parlare di "illusione" di apertura, visto che si tratta di un enorme monopolista.

Facebook, però, potrebbe anche essere la scommessa vincente, visto l'enorme numero di utenti su cui può contare.

In un mondo perfetto MySpace, Google e Facebook avrebbero creato standard interoperabili, evitando a tutti noi lunghe discussioni su cosa sia meglio per chi. Ma la battaglia per il controllo delle identità online, e del mercato pubblicitario relativo, è solo all'inizio. Vedremo scontri duri, almeno durante il 2009, prima di poter parlare di un solo standard.