Google I/O, secondo giorno sulle onde

Google ha presentato Google Wave, probabilmente la novità più interessante dell'intenso Google I/O.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Google I/O ci porta novità anche il secondo e ultimo giorno di svolgimento. Google Wave promette di riunire tutte le nostre comunicazioni in un solo strumento. PageRank si apre a Twitter, e Chrome ha già una versione 3, in beta, che mostra il futuro della navigazione.

Google Wave combina posta elettronica, messaggistica istantanea, condivisione foto, LinkedIn, Facebook, Twitter, Google Docs, video, mappe e molto altro.Nasce dal progetto "walkabout" di Lars e Jens Rasmussens, che hanno visto nella comunicazione il passo successivo a Google Maps, che hanno sviluppato per Google, dopo che l'azienda di Mountanin View comprò la loro start-up, nel 2004.

Come funziona? Potete creare l'onda, il messaggio iniziale, e aggiungerci persone, che lo riceveranno istantaneamente. Le altre persone coinvolte, a questo punto, potranno modificarla e integrarla, e tutti potranno vedere le modifiche nello stesso momento in cui sono applicate. Il messaggio, quindi, continua a muoversi da un utente all'altro, proprio come un'onda, e ad ogni passaggio si arricchisce e si modifica. "È persino possibile riavvolgere l'onda e rivederne l'evoluzione".  

Google vede in Wave uno strumento per la collaborazione professionale, tanto quanto un "social tool" di nuova generazione, che ci eviterà di controllare la pagina di Facebook, quella di Twitter, il profilo di FriendFeed o qualsiasi cosa usiate ora.

Google Wave si compone di tre elementi principali: prodotto, piattaforma, e protocollo. Piattaforma e protocollo, interessano agli sviluppatori, che apprezzeranno la scelta di rilasciare il codice con licenza open-source, anche se Google non ha deciso esattamente quale.

Jens Rasmussen.

Come dicevamo ieri, la chiave di tutto è lo standard HTML5, che porta sviluppi importanti anche per Google Native Client, l'alternativa Google a Flash e JavaScript.

Google, infatti, vuole rendere NaCl più accessibile, e ha dimostrato che è possibile integrarlo nell'HTML, senza plug-in da installare. Ci ha pensato Davide Sehr, che ha mostrato come WebWorkers possa essere sfruttato per ottenere un browser più potente e versatile.

Native Client potrebbe anche integrarsi con O3D, che sfrutta la potenza della scheda grafica, e trasformare il browser in uno strumento in grado di gestire attività complesse come la codifica video, la modifica d'immagini, la crittografia e i motori 3D, a livelli comparabili a quelle delle applicazioni installate. "Vogliamo prestazioni vicine, entro pochi punti percentuali, a quelle delle applicazioni desktop", ha detto Brad Chen di Google. Come dicevamo ieri, per Google "il browser è il computer".

Molte delle novità dell'HTML5, compreso Web Workers, sono già presenti in Chrome, o lo saranno a breve. L'ultima versione (beta) include già il supporto ai video in HTML, che, grazie ai video tag, permette di prescindere dal formato flash, e di riprodurre video direttamente nella pagina, gestendoli con la stessa facilità delle immagini.  

L'ultimo dettaglio riguarda PageRank, che includere anche i profili di Twitter. Un tributo di Google all'impatto del microblogging, ma anche il riconoscimento di come Twitter stia cambiando la rete, piuttosto velocemente.