La tassa su Google News, stabilita pochi mesi fa in Germania, rischia di mettere alle corde tutte le testate nazionali, blog e siti più importanti. Google ha annunciato infatti che dal primo agosto i siti di informazione che vorranno continuare a essere indicizzati dovranno esplicitarlo nel pannello online "News tools". In pratica il colosso statunitense ha adottato la difesa che tutti si aspettavano: eliminare dalle proprie pagine le testate online che rompono le scatole e vogliono essere retribuite.
La tassa sui link, che di fatto riguarda gli aggregatori di notizie come Google News, si chiama "Leistungsschutzrecht für Presseverleger" (LSR), ovvero legge sul copyright accessorio per gli editori della stampa. Di fatto viene riconosciuto a ogni testata il diritto di regolare "la disponibilità pubblica, parziale o completa, a scopi commerciali" delle notizie pubblicate.
L'unica eccezione è rappresentata dalla presenza di snippet o testi brevi introduttivi con link, ma la loro rispettiva lunghezza non è stata ancora stabilita. Google News potrebbe rischiare di dover riconoscere ai siti web di informazione una parte dei suoi ricavi pubblicitari, quindi preferisce giocare d'anticipo per cautelarsi.
Tassa sulle snippet? Ok, nessun problema
Ecco quindi la decisione di Google Germania di adottare lo strumento dell'opt-in: chi vuole essere indicizzato deve accettare la policy dell'azienda e quindi non aspettarsi nulla, se non traffico. Da rilevare invece che in tutto il resto d'Europa vige l'opt-out, ovvero la possibilità di richiedere di essere esclusi.
A questo punto è prevedibile che alcuni editori decideranno di sfilarsi, mentre la maggioranza rimarrà al suo posto. Google.de veicola sui siti di news nazionali quasi il 45% del traffico: chi rinuncerà a questo beneficio?
Il mercato dell'informazione online è certamente complesso, ma è anche vero che molte testate del mondo cartaceo sono rimaste indietro. La maggioranza, senza la visibilità di Google, registrerebbe livelli di audience imbarazzanti. Eppure molte continuano a fare la guerra al colosso statunitense dimenticando che quest'ultimo ha la possibilità di farle tornare nel buio.
Se non sei in vista su Google non esisti. A meno che tu non sia così presuntuoso da credere che basti un indirizzo Web per manifestare la propria presenza.