Nonostante l'azienda californiana non abbia ancora svelato ufficialmente i suoi nuovi prodotti destinati alla visualizzazione professionale, la NVIDIA RTX Pro 6000 Blackwell Workstation Edition è già stata avvistata nei database di Geekbench, rivelando dettagli tecnici e prestazioni preliminari che sollevano alcune interessanti questioni. Il confronto con la recente GeForce RTX 5090, destinata al mercato gaming, mostra risultati sorprendenti che meritano un'analisi approfondita.
La nuova scheda professionale si presenta con caratteristiche hardware impressionanti: un processore grafico GB202 dotato di 24.064 core CUDA (organizzati in 188 streaming multiprocessor da 128 core ciascuno) con frequenza massima di 2.617 MHz e ben 96 GB di memoria con supporto ECC. Questi numeri superano notevolmente le specifiche della GeForce RTX 5090 che, pur utilizzando lo stesso chip GB202, si ferma a 21.760 core CUDA con clock massimo di 2.410 MHz e "soli" 32 GB di memoria GDDR7.
Contrariamente alle aspettative generate da queste specifiche superiori, i primi test di benchmark non mostrano un vantaggio prestazionale per la versione professionale. Nel test OpenCL di Geekbench 6.4.0, la RTX Pro 6000 Blackwell WE ha totalizzato 368.219 punti, leggermente inferiori ai 376.858 punti ottenuti dalla GeForce RTX 5090. Una differenza del 2,3% che, sebbene marginale, risulta sorprendente considerando il divario hardware tra i due prodotti.
Analizzando i risultati dettagliati dei benchmark, emergono pattern interessanti nelle diverse tipologie di test. La scheda professionale mostra prestazioni inferiori nei test di Background Blur (63.762 contro 75.075) e Face Detection (60.254 contro 73.968), mentre supera la controparte gaming in Horizon Detection (684.753 contro 637.294) e Gaussian Blur (832.815 contro 795.994). Nei test più complessi come Stereo Matching, le prestazioni sono praticamente identiche.
Diversi fattori potrebbero spiegare questa apparente anomalia in termini di prestazioni. Innanzitutto, la RTX Pro 6000 testata è probabilmente un'unità pre-release con driver non ottimizzati. I risultati del benchmark rivelano che, nonostante la scheda sia equipaggiata con 96 GB di memoria, il sistema ne riconosce solo 24 GB (precisamente 23,8 GB) per le applicazioni OpenCL, un chiaro indizio di limitazioni software temporanee.
Un altro elemento determinante potrebbe essere il limite di potenza imposto alla scheda professionale. Mentre la GeForce RTX 5090 può raggiungere un consumo energetico di 575W quando spinta al massimo, è probabile che la versione workstation abbia un TGP (Total Graphics Power) significativamente più contenuto per garantire stabilità e affidabilità nei carichi di lavoro professionali prolungati.
È importante considerare che questa non rappresenta l'offerta di punta della nuova gamma professionale NVIDIA. Secondo indiscrezioni precedenti, il modello flagship dovrebbe essere denominato RTX Pro 6000 X Blackwell, con specifiche e prestazioni presumibilmente superiori a quelle della versione standard qui analizzata.
I test preliminari suggeriscono che NVDIA stia seguendo approcci diversi per i segmenti gaming e professionale. Mentre le schede gaming puntano a massimizzare le prestazioni pure in determinati scenari, le soluzioni professionali privilegiano stabilità, affidabilità e precisione nei calcoli, oltre a offrire una quantità di memoria significativamente maggiore per gestire dataset complessi.
Quando NVIDIA presenterà ufficialmente la sua nuova linea di schede grafiche professionali Blackwell, sarà interessante vedere come i driver finali e le ottimizzazioni software influenzeranno le prestazioni reali di questi prodotti. Per ora, questi primi risultati offrono uno sguardo affascinante sul bilanciamento tra potenza teorica e implementazione pratica nel settore delle GPU ad alte prestazioni.
Ah sì? Non l'avrei mai detto. Serviva questa precisazione per comprendere perché una scheda gaming tirata al massimo possa talvolta andare un pochino meglio di una scheda professionale che costa 3 volte tanto.
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