Google non è il paradiso, siate fieri di Microsoft

Un ex-dipendente Google, ora in Microsoft, parla della vita al "GooglePlex"

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a cura di Manolo De Agostini

"Google non è il mondo fatato che vi vogliono far credere": a dichiararlo un ex-dipendente dell'azienda di Mountain View, ora passato sotto la bandiera nemica di Microsoft. Questa dichiarazione, sintesi di una mail che analizzeremo qui sotto, sarebbe rimbalzata nelle caselle degli uomini di Gates per poi, inevitabilmente, finire in rete.

Nella sua missiva l'ex uomo Google parla di alcuni miti che riguardano la vita al Googleplex e gli analizza demolendoli uno ad uno:

  • I pasti sono gratis, ma sono serviti a ora tarda: questo sarebbe un modo per aumentare la permanenza dei dipendenti al lavoro
  • Lo stipendio in Google è più basso di quello percepito in Microsoft
  • Gli sviluppatori, in gran parte, non dedicano il 20% delle ore lavorative a progetti personali. Google non gli incoraggia come invece potrebbe sembrare da dichiarazioni precedenti
  • Il lavoro non finisce mai nelle canoniche 8 ore, ma continua.. e continua... insomma: fatevi trovare sempre reperibili, anche a casa!
  • Microsoft ha una migliore assicurazione medica
  • Lo spazio è mal distribuito: uffici con pareti di vetro, spazi aperti, ma in molti hanno la loro scrivania di lavoro nel....corridoio!

Tra le dichiarazioni positive sull'azienda di Mountain View troviamo:

  • Google ama più le nuove leve uscite dal college rispetto a chi ha già una formazione ben precisa. A questi ragazzi Google paga tutto (cellulare, bus e altro)
  • Hai un problema con la tua postazione di natura software/hardware? Non ti affannare, c'è un "Tech Stop" dove rimetteranno a posto tutto.

Quando abbiamo letto la notizia, ci siamo fatti una risatina e deciso di riportarla per mostrarvi come la lotta tra le due aziende si giochi anche nelle retrovie, nei minimi particolari. La "proganda" è tutto e spesso fa vincere o perdere una guerra.

Sembra un'azione infantile, ma la motivazione del proprio team è tutto: ora in Microsoft sanno che anche "l'altra parte" non è perfetta e gli sviluppatori saranno motivati a dare il meglio per l'azienda in cui si trovano, perchè lo scontro è - e sarà - anche psicologico.