Google Panda, l'algoritmo che stende i furbetti

Anche in Italia è stato introdotto su Google l'atteso Panda, l'algoritmo che promette di premiare i siti di qualità e ridimensionare quelli creati per generare falso traffico. I primi dati Searchmetrics fanno discutere: i siti istituzionali sembrano essere avvantaggiati rispetto agli aggregatori.

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a cura di Dario D'Elia

Google Panda, il nuovo algoritmo che promette di migliorare il ranking dei siti in base alla loro qualità, è stato introdotto anche sul motore di ricerca italiano. Dopo una lunga fase di test sulla piattaforma statunitense, i tecnici di Mountain View sono convinti di essere riusciti a migliorare sopratutto la qualità dei risultati.

Google Panda

"Per la maggior parte dei paesi, solo una piccola percentuale (6%-9%) di ricerche effettuate sarà interessata da questo aggiornamento, di molto inferiore al 12% rilevato quando Panda é stato introdotto per ricerche in lingua inglese. L'aggiornamento riguarderà tutte le lingue ad eccezione del Cinese, Giapponese e Coreano, per le quali stiamo ancora testando possibili miglioramenti", si legge sul blog ufficiale. 

"Per fornire indicazioni ai siti interessati da quest'ultimo aggiornamento algoritmico, abbiamo pubblicato un post su come Google valuta i siti di alta qualità. Il nostro forum per i Webmaster è a disposizione di tutti coloro che desiderano approfondire questo tema e ricevere suggerimenti a riguardo. Continueremo a lavorare per offrire ai nostri utenti i migliori servizi, attraverso risultati di ricerca pertinenti e di alta qualità".

Un Panda in agguato

I webmaster italiani, ma non solo, ovviamente stanno cercando di valutare l'impatto di questa novità sul ranking dei rispettivi siti. Nei forum si parla di giusta iniziativa contro i furbi che praticano cloaking, le cosiddette content farm e gli aggregatori che brillano per dimensione più che qualità. Altri invece si dicono preoccupati soprattutto dopo aver analizzato i dati Searchmetrics sul ranking italiano. Molti siti sembrano essere stati notevolmente penalizzati: Liquida.it (- 53%), Wikio.it (- 61%), Ciao.it (-47%), Tuttogratis.it (-33%), etc. Premiati invece i siti istituzionali come ad esempio Youtube, Wikipedia, Corriere.it, Virgilio, etc.

Forse fra qualche settimana tutto sarà più chiaro ed attendibile, soprattutto considerando il processo di normalizzazione dei flussi del traffico online. Ad agosto i conti sono sempre un po' sballati; meglio attendere settembre.

In ogni caso per approfondire l'argomento segnalo l'interessante post di Andrea Scarpetta, specialista in SEO e Web marketing.