Google perde colpi, le ricerche sono sempre meno affidabili

Google Search in declino secondo uno studio. Problemi nelle ricerche di prodotti a causa del proliferare di siti di bassa qualità.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Aggiornamento, 18 gennaio, 15:12: aggiunta la risposta ufficiale di Google

Sembra che la ricerca Google abbia perso qualità, e che i risultati mostrati nella pagina dei risultati (SERP, Search Engine Result Page) non siano più quelli di una volta. Quella che per alcuni era solo un’impressione è stata confermata da un recente studio condotto da ricercatori dell'Università di Lipsia, dell'Università di Bauhaus-Weimar e del Centro per l'Analisi Dati Scalabili e Intelligenza Artificiale. 

Il problema principale sembra riguardare le ricerche di prodotti, cioè quelle in cui una persona cerca qualcosa di molto specifico come un telefono, una bicicletta o un materasso. In questi casi diventa evidente come ai primi posti della SERP spesso e volentieri ci siano siti di scarsa qualità che esistono unicamente per generare profitti dall’affiliate marketing

La ricerca ha esaminato 7.392 termini di ricerca per recensioni di prodotti su Google, Bing e DuckDuckGo. I risultati indicano che le pagine meglio posizionate sono più ottimizzate, ricche di link affiliati e presentano testi di qualità inferiore. Una lotta costante tra motori di ricerca e specialisti di ottimizzazione che sembra favorire i produttori di contenuti di basso livello.

La colpa tuttavia è in buona parte della stessa Google, che non riesce a filtrare correttamente i risultati. Sì perché il colosso californiano non fa che insistere da anni sullo stesso tema, e ci dice qualcosa come create contenuti di qualità per le persone e non preoccupatevi di ottimizzare per la SEO, poi ci penserà il nostro motore, che è abbastanza intelligente da riconoscere un contenuto di qualità e metterlo in cima alla SERP, mentre le pagine di scarsa qualità finiranno in fondo. 

Suona fantastico ma non è vero. Regolarmente ognuno di noi si trova di fronte pagine scritte male, che non danno informazioni corrette, create in fretta e furia con il solo scopo di finire in cima alla SERP. Google dovrebbe riconoscere le pagine che sono state ben ottimizzate ma sono qualitativamente scarse, ma invece non ci riesce. 

Perché succede? Per più di un motivo:

Sono molte le ragioni per cui gli algoritmi di ricerca non stanno funzionando bene, tra cui:

  1. Google ha il monopolio assoluto della ricerca: praticamente tutti lo preferiscono a Bing, DuckDuck Go, Yahoo!, Ask e così via. Nessuno dei concorrenti ha mai preso piede. Dunque, essere primi su Google significa essere i primi al monto. 
  2. I primi tre link su Google sono gli unici che ricevono traffico dal motore di ricerca. Nessuno o quasi clicca sul quarto link, quindi chi fa SEO in competizione con altri deve fare l’impossibile per posizionarsi in alto. 
  3. Con la ricerca prodotti, Google parte dall’ipotesi che l’utente sia intenzionato a comprare qualcosa, e privilegia negozi e siti con un link di acquisto diretto. Succede anche se la ricerca include il termine “recensione”. I contenuti che sono solo informativi vengono messi in secondo piano. 
  4. La stessa Google fa affiliate marketing: con la ricerca di prodotti Google spesso posiziona link di Google Shopping, e in caso di transazione Google incassa una percentuale. 
  5. Gli algoritmi hanno raggiunto un livello di complessità eccessivo, e praticamente non c’è nessuno al mondo che sia in grado di dire perché una certa pagina è al primo posto e un’altra al decimo. Sono state fatte centinaia di modifiche negli anni, cumulativamente, il cui effetto si somma e si moltiplica in modi imprevedibili. 

La lista potrebbe allungarsi ulteriormente, ma il punto è che oggi come oggi cercare su Google non porta più al miglior risultato possibile. O se non altro capita meno spesso di prima.

È un problema per centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, il cui lavoro è proprio creare contenuti che si posizionino in alto nella SERP. Ma è un problema anche per i consumatori: molti sono ancora abituati a pensare che i primi risultati siano quelli giusti, e a volte potrebbero non rendersi conto che non è così. Con la possibilità di spendere del vero denaro in qualcosa che non vale la pena. 

C’è la sensazione che a Mountain View qualcuno stia trascurando il problema ma Google sostiene di aver migliorato le prestazioni e che il problema riguarda solo le recensioni di prodotti. Un po’ poco per un prodotto (e un’azienda) da cui dipende quasi tutta l’economia di Internet. 

La dichiarazione di Google

Google ha contattato Tom's Hardware per intervenire sul tema. Di seguito la dichiarazione dell'azienda californiana

"Questo particolare studio ha preso in considerazione solo i contenuti relativi alle recensioni dei prodotti e non riflette la qualità complessiva e l'utilità della ricerca per i miliardi di query che vengono effettuate ogni giorno. Abbiamo introdotto miglioramenti mirati a risolvere questi aspetti e lo studio stesso sottolinea che Google è migliorato nel corso dell'ultimo anno e sta ottenendo risultati migliori rispetto agli altri motori di ricerca. Numerose terze parti hanno inoltre misurato i risultati dei motori di ricerca ottenuti per altri tipi di query e hanno riscontrato che Google è di qualità significativamente superiore rispetto agli altri".

 

Premessa:

  • Sebbene il titolo dello studio induca a pensare che si tratti di un'analisi esaustiva sulla qualità della ricerca, è stato preso in esame solo un insieme molto ristretto di query focalizzate sui contenuti delle recensioni dei prodotti. Non è corretto sostenere che lo studio giunga a una conclusione sulla qualità della ricerca nel suo complesso, visti i molteplici tipi di query effettuate ogni giorno.
  • Quando riceviamo feedback su particolari classi di query, lavoriamo per risolverli.

o   È emerso, ad esempio, che i siti web rinvenuti per la ricerca di recensioni di prodotti non siano utili. I nostri team stanno lavorando a questa sfida e abbiamo introdotto delle modifiche che hanno contribuito a migliorare i risultati per questo tipo di query. Stiamo tuttora lavorando in tal senso.

o   Questi sforzi mirano a mostrare nella Ricerca recensioni più originali, basate su competenze ed esperienze dirette, e fanno parte dell'impegno costante a ridurre i contenuti non originali e di bassa qualità, oltre che a facilitare il reperimento di informazioni affidabili e utili nella Ricerca.

  • Sul tema del "Parasite SEO spam":

o   Come comunicato in precedenza, si tratta di un problema che abbiamo affrontato di recente e su cui continuiamo a lavorare.

  • Rispetto agli esempi condivisi:

o   I primi risultati per la query [vaccino CVS covid] sono di alta qualità e non risulta che lo spam superi primi risultati.

  • Lo stesso studio rileva che, in base alle sue metriche, Google è nettamente superiore agli altri motori di ricerca per quanto riguarda la qualità dei risultati per le query di recensione dei prodotti.
  • Lo studio rileva inoltre che Google è più trasparente nei propri sforzi per migliorare i risultati per alcune classi di query con aggiornamenti del ranking.
  • Numerosi altri studi di terze parti hanno riscontrato che, rispetto ad altri motori di ricerca, Google offre costantemente risultati di qualità maggiore - caratterizzati da minore disinformazione o da un minor numero di contenuti complottisti deleteri - in cima ai risultati di ricerca

o   Il New York Times ha rilevato che Google ha superato nettamente Bing e DuckDuckGo per quanto riguarda l'affidabilità dei siti visualizzati in cima ai risultati di ricerca.

o   Uno studio sulla reperibilità di pagine che promuovono teorie cospirazioniste nei primi risultati di vari motori di ricerca (Google, Bing, DuckDuckGo, Yahoo e Yandex) ha constatato che "tutti i motori di ricerca, eccetto Google, mostrano costantemente risultati che supportano teorie cospirazioniste e restituiscono, nei loro primi risultati, link a siti web dedicati alle teorie complottiste".

o   Uno studio di Stanford analizza la preminenza di disinformazione nei vari motori di ricerca, e conclude che Google è significativamente migliore da questo punto di vista.

o   Uno studio sui risultati del COVID evidenzia come Google fornisca informazioni autorevoli e di alta qualità: "abbiamo riscontrato che alcuni algoritmi di ricerca potrebbero dare la priorità a fonti di informazione fuorvianti, come ad esempio media alternativi e contenuti dei social media nel caso di Yandex, mentre altri privilegiano fonti autorevoli (ad esempio, pagine governative), come nel caso di Google".

o   Uno studio pubblicato su Frontiers in Medicine evidenzia la qualità delle informazioni sui vaccini reperibili su Google rispetto a Bing e altri motori di ricerca. "I risultati mostrano che non solo i motori di ricerca "alternativi" (Duckduckgo, Ecosia, Qwant, Swisscows e Mojeek) ma anche altri motori commerciali (Bing, Yahoo) spesso restituiscono più pagine no-vax (10-53%) rispetto a Google.com (0%)”.

Immagine di copertina: danimalang