Governo russo diabolico, chi dissente è un pirata

Le autorità russe stanno sequestrando centinaia di computer, ai danni di associazioni ambientalisite, gruppi per la difesa dei diritti umani e giornali. Ufficialmente si tratta di una caccia a copia pirata di software Microsoft.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le autorità russe stanno sfruttando la pirateria informatica come scusa per colpire i gruppi di dissidenti e antagonisti. Come racconta il New York Times infatti la polizia sta prendendo di mira diverse organizzazioni - attive in ambiti differenti - e anche alcuni giornali. Ad accomunarli il fatto di trovarsi ad agire in contrasto con l'operato del governo.

In un caso per esempio è stato colpito un gruppo ambientalista che cerca di proteggere la foresta siberiana (Siberian Wave), mentre in un'altra occasione è stata presa di mira un'organizzazione che difende la libertà di parola.

Le modalità d'intervento sono sempre le stesse: irruzione nei locali e sequestro dei computer, alla ricerca di "software Microsoft non autorizzato". Insieme ai computer si sequestrano anche le informazioni che contengono.

Microft in Russia, paese che vai usanze che trovi.

È vero che la pirateria in Russia è un problema molto serio, ma lo è anche il fatto che, nota il famoso giornale statunitense, "i gruppi vicini al governo non hanno mai ricevuto visite simili".

A quanto pare poi la filiale russa di Microsoft sta offrendo la propria collaborazione a queste attività. L'azienda infatti si presenta come "vittima dei criminali", e i suoi avvocati insistono affinché i responsabili siano puniti.

L'azienda in ogni caso sostiene di non aver dato via alle operazioni antipirateria, e di prendervi parte sotto esplicita richiesta delle autorità. In Russia tuttavia alcuni ritengono che Microsoft sostenga queste operazioni per difendere i propri affari nel paese.

Una manifestazione in Russia, seguita dalle forze dell'ordine.

Nel caso di Baikal Wave però il ruolo di Microsoft non è chiaro. L'associazione infatti afferma di aver acquistato regolarmente il software Microsoft, proprio per evitare raid simili. L'azienda però non ha risposto alle richieste di aiuto dell'organizzazione, quando la Polizia ne ha visitato la sede.

Microsoft, contattata dal NYT (e informata riguardo la pubblicazione dell'articolo), ha detto che cercherà di far luce sulla situazione. "Prendiamo molto seriamente le preoccupazioni che sono state sollevate", ha detto Kevin Kuts, direttore Microsoft per le relazioni pubbliche.

Tigre siberiana

E così un'azione relativamente ordinaria come la lotta al software pirata, si trasforma in uno strumento di azione e repressione politica. Microsoft, come tante altre aziende, deve affrontare questioni etiche molto delicate, quando decide di operare in paesi come la Russia, la Cina, la Turchia o altri.

In questi paesi far convivere affari e rispetto dei diritti umani sembra una missione impossibile, e purtroppo nella maggior parte dei casi sono i secondi a farne le spese. A oggi l'unica azienda che ha preso una (debole) posizione a riguardo è stata Google, quando ha deciso di schierarsi contro la censura in Cina. Tutti gli altri fronti, per ora, sono avvolti in un silenzio assordante.