I robot ruberanno il lavoro a 800 milioni di persone

I robot ruberanno il lavoro a 800 milioni di persone entro il 2030 secondo una recente stima.

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a cura di Manolo De Agostini

Quanti posti di lavoro ruberanno i robot agli umani? L'ultima stima arriva da McKinsey Global Institute ed è pesante: si parla di 800 milioni di persone nel mondo che entro il 2030 perderanno il loro posto di lavoro ai danni di robot e automazione, praticamente più di un quinto dell'attuale forza lavoro.

Il report di McKinsey copre 46 nazioni e oltre 800 occupazioni. Nessuno sarà risparmiato e la sottrazione di posti di lavoro riguarderà paesi emergenti e sviluppati, anche se con debite differenze. Per paesi ricchi come Germania e Stati Uniti si parla di un terzo della forza lavoro a rischio, che dovrà giocoforza essere formata per nuovi lavori.

lavoratori robot

Nei paesi più poveri, che hanno meno denaro da investire in automazione, l'impatto sarà minore. McKinsey cita ad esempio l'India, dove il 9% dei lavori sarà rimpiazzato dalle nuove tecnologie emergenti.

Operai, lavoratori dei fast-food e impiegati (contabili, praticanti, ecc.) saranno tra quelli che risentiranno di più degli effetti di questa rivoluzione se l'automazione si diffonderà rapidamente nei posti di lavoro.

robot lavoro umano

Qualora il fenomeno dovesse essere meno rapido, il numero di persone che non troverà più posto nel mercato del lavoro - per come lo conosciamo oggi - scenderà a 400 milioni. Un numero comunque elevato.

La "buona notizia" è che si creeranno nuovi impieghi in questa transizione, anche se in molti casi i lavoratori dovranno acquisire nuove competenze. Nei soli Stati Uniti entro il 2030 si perderanno 39 milioni di posti su 73 milioni, ma 20 milioni di persone potrebbero essere ricollocate facilmente in nuovi settori. Nello stesso periodo il 20% dei lavori nel Regno Unito sarà automatizzato in qualche modo.

Rischiano anche gli acrobati circensi

Gli autori dello studio ritengono che il mondo vedrà una transizione che, come portata, ricorderà i primi anni del 1900 quando gran parte dell'industria globale passò dall'agricoltura al lavoro in fabbrica.

Tra i lavori che potrebbero essere più immuni a questi mutamenti, chi dà assistenza sanitaria agli anziani (categoria sempre più folta con l'aumentare dell'aspettativa di vita), chi ha competenze tecnologiche elevate e... udite udite, giardinieri e idraulici. L'automazione colpirà meno anche dottori, avvocati, insegnanti e baristi.

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Il rapporto del McKinsey Global Institute sollecita i governi a mettere in campo azioni atte a riqualificare i propri cittadini. Basterà? Senza la palla di cristallo è difficile dirlo, e non ci ergiamo a fini economisti, ma la sensazione è che in una Terra sempre più popolata non basterà seguire un corso per cavarsela in un mercato del lavoro altamente competitivo e sempre meno bisognoso dell'essere umano.

La società dovrà mutare nella sua interezza, cambiare di scopi e obiettivi, per affrontare il futuro che verrà. Altrimenti saranno dolori a ogni livello, in un modello attuale basato sul modello del lavoro, del consumo e della crescita infinita.