Il controllo wireless neurale pensionerà il touch?

Si moltiplicano nelle università le ricerche che coinvolgono l'uso dei segnali cerebrali per comunicare con software e oggetti. Tecnologia utile per i disabili, ma epocale nel settore dell'intrattenimento e del gaming.

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a cura di Manolo De Agostini

Oggi per interagire con il mondo digitale usiamo periferiche, tocco e movimenti, ma in futuro faremo tutto con il pensiero, o più precisamente avvalendoci di una Brain Computer Interface (BCI), un sistema che permette a una persona di comunicare con un computer mediante segnali cerebrali.

Si tratta di convertire modelli di attività elettrica cerebrale, generati da miliardi di neuroni, in comandi per controllare software o apparati specifici. I segnali sono rilevati e registrati mediante elettrodi metallici non invasivi sul cuoio capelluto attraverso l'elettroencefalografia (EEG).

In un sistema BCI i dati EEG devono poi essere mappati in comandi computerizzati, come spostare un cursore su uno schermo o selezionare insiemi di lettere. Ci sono nostri connazionali che vi stanno lavorando, come il ricercatore Andrea Stocco dell'Università di Washington che intervistammo lo scorso ottobre, ma non solo.

La University of Malta (Montana, Stati Uniti) ha sviluppato un software di riproduzione musicale che funziona in base al "potenziale evocato visivo steady-state" (SSVEP), ovvero potenziali elettrici evocati nel cervello in risposta a uno stimolo visivo ripetuto. Nel caso specifico si parla di vari stimoli visivi che inducono eventi SSVEP a differenti frequenze, associabili a comandi distinti.

In parole povere, un utente attiva un comando particolare concentrandosi su uno stimolo mirato. Un modello di attività cerebrale specifico legato allo stimolo viene identificato automaticamente dalla BCI e tradotto istantaneamente in un segnale, attivando il comando corrispondente. Le prove effettuate dai ricercatori hanno dimostrato una buona affidabilità.

E se il primo campo applicativo dei sistemi BCI riguarda le persone con mobilità ridotta, si aprono praterie sconfinate per l'industria dell'intrattenimento e del gaming. Pensate a una commistione tra BCI, Oculus Rift e biometria: giocare con il joypad ci sembrerà preistoria. Per ora non ci resta che sognare.