Il corpo macchina

Recensione - Test della Panasonic Lumix FZ200, bridge dalle molte doti. Non è perfetta, ma l'ottica luminosa copre - o compensa - i suoi difetti, facendone uno dei prodotti più interessanti oggi sul mercato in questo settore.

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a cura di Tom's Hardware

Il corpo macchina

La FZ200 è la classica bridge e si presenta con un corpo massiccio, ben sagomato e zeppo di pulsanti. La forma e gli ingombri sono del tutto analoghi a quello di una reflex entry-level, e la dotazione di ghiere e comandi di varia natura è ancora superiore. I comandi sono però ben disposti e intuitivi. Inoltre, grazie all'approccio un pulsante - una funzione, si acquisisce presto familiarità con il corpo macchina.

Nella parte superiore si trova la classica ghiera dei programmi di scatto con accensione concentrica, affiancata da un insolito pulsante per la selezione della cadenza di scatto, dal pulsante di registrazione video e dal primo dei 3 pulsanti pulsante funzione personalizzabile (Fn1). La scelta della funzione associata è ampia (13 opzioni, dalla gestione dello schermo all'autofocus, passando per fotometria e qualità di registrazione), il che conferisce all'utente un'ottima libertà d'azione.

Il dorso è piuttosto tradizionale, occupato dal PAD a 4 vie con le solite scorciatoie e il pulsante centrale di accesso al menu, e contornato da 3 pulsanti di servizio (tra cui Fn3). Ben posizionata e facilmente raggiungibile la ghiera di comando, da azionare col pollice, mentre non abbiamo capito la logica del pulsante EVF/LCD sulla sinistra che consente di passare manualmente dal display posteriore al mirino elettronico: la selezione manuale è molto ligia al dovere e, anche per questo, molto scomoda (se è selezionato l'EVF, anche il menu verrà visualizzato nel mirino). Sarebbe stato molto meglio prevedere, in aggiunta, un sensore di prossimità all'oculare per un passaggio automatico.

Il display posteriore, orientabile, è da 3 pollici e 460.000 punti. A lato dell'obbiettivo, troviamo i comandi AF che costituiscono una delle peculiarità di questo modello. Una leva replica di default la funzione di zoom che si trova concentrica al pulsante di scatto, ma può essere usata anche per la messa a fuoco in modalità MF; in prossimità di questa leva si trovano il selettore AF (normale, macro, Manual Focus) e un ulteriore pulsante che consente di selezionare il punto AF o il soggetto per il tracking focus, e che funge da AF quando la fotocamera è impostata in MF; sembra un controsenso, ma in effetti consente di separare efficacemente esposizione e messa a fuoco, come spesso si fa in fotografia sportiva. 

Non abbiamo invece capito perché duplicare esattamente il comando zoom - una soluzione migliore sarebbe stata quella di assegnare ai due comandi una velocità di esecuzione diversa. Inoltre, il passaggio dalla funzione zoom alla funzione messa a fuoco dovrebbe a nostro avviso essere automatico appena si seleziona la messa a fuoco manuale, e viceversa - non ha senso trovarsi, in modalità AF, con una leva inutile se si è scelto di associarle la funzione messa a fuoco.  

Completo e sufficientemente chiaro il menu, che si divide in 3 grandi aree (foto, video, e setup macchina), ciascuna con diverse sottopagine - 6 per l'area foto, 8 per l'area setup. Trovare il parametro desiderato in 6 pagine può però non essere così veloce; probabilmente non sarebbe stato male avere una maggiore frammentazione in favore di una più elevata velocità operativa. Va comunque detto che, grazie all'abbondante dotazione di pulsanti, tutti i parametri fotografici sono sempre disponibili con un click.

Rispetto alla FZ150, le differenze estetiche sono minime - un'impugnatura leggermente più pronunciata, un pulsante Fn in più sulla parte superiore, ma all'interno ci sono cambiamenti notevoli: ottica f/2.8 anziché f/5.2 alla focale massima, gamma ISO estesa, autonomia migliorata e funzioni HDR. Chi è solito cercare l'affare acquistando il modello precedente farebbe bene a desistere, in questo caso.