Il danno da stress per 5 mesi senza Internet vale 2400 euro

Un giudice di Pace ha riconosciuto a una casalinga triestina, rimasta senza Internet per 5 mesi e senza telefono per un mese e mezzo, danni patrimoniali ed esistenziali. L'operatore telefonico responsabile del disservizio dovrà pagare 2400 euro.

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a cura di Dario D'Elia

Se un service provider lascia un utente senza Internet e senza telefono per mesi può essere ritenuto responsabile di un "danno da stress" quantificabile in qualche migliaio di euro. È quello che è successo a una casalinga triestina, mamma di tre figli. Sebbene avesse stipulato un contratto con una compagnia telefonica,  da agosto 2009 a dicembre 2009 è rimasta senza Internet (5 mesi) e senza telefono (1 mese e mezzo).

Il disservizio è stato vissuto come un calvario, anche perché si è vista costretta a contattare più volte il call center, rinunciare a essere rintracciabile e fare a meno dei servizi online. "È stato un incubo, mia figlia usava Internet per studio. Ho una mamma e altri parenti anziani che necessitano di chiamarmi spesso. Ero in ansia anche per questo. È stato un disagio psicologico enorme", ha ammesso la signora.

Casalinghe disperate

Dopo un primo tentativo di conciliazione andato male davanti al Corecom Fvg, l'organo di governo, garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni per il Friuli, ecco la decisione di rivolgersi al Giudice di Pace. Ebbene, oggi il giudice Stefania Bernieri le ha dato ragione e ha condannato l'operatore telefonico al pagamento di 2400 euro - 1.600 di danno patrimoniale e altri 800 di danno esistenziale.

L'avvocato udinese Giuseppe Turco ha puntato sulla "disuguaglianza digitale" sottolineando l'ostacolo all'esercizio del diritto della donna a istruire i propri figli e la violazione del diritto allo studio - tutelati dagli articoli 30 e 34 della Costituzione. Il giudice ha accolto la linea della parte lesa è valutato il danno "particolarmente grave in un'epoca in cui la comunicazione è fondamentale in ogni aspetto della vita quotidiana". Il danno esistenziale invece è stato giustificato "dall'apprensione angosciosa" prodotta dalla vicenda.