U.S. Navy, la marina militare statunitense, ha testato in mare aperto il primo drone da sommergibile. Si chiama NRL XFC UAS (Xperimental Fuel Cell Unmanned Aerial System) e l'aspetto ricorda vagamente quello di un comune veicolo aereo a controllo remoto. Sì, proprio quelli adottati per riprese aeree, spionaggio e attacchi al suolo.
La sua peculiarità è di essere dinamicamente in grado di cambiare configurazione alare grazie anche a un'architettura progettuale denominata "x-wing". In pratica può essere sparato dai tubi che normalmente ospitano i missili Tomahawk. Una volta fuori dal sommergibile le ali passano dalla posizione di minore ingombro a quella di massima estensione.
NRL XFC UAS
Secondo fonti ufficiali, la U.S. Naval Research Laboratory (NRL) ha portato a compimento l'esperimento sfruttando la USS Providence, un sommergibile nucleare di Classe Los Angeles. NRL XFC UAS, che ha richiesto ben 6 anni di sviluppo, è stato sparato correttamente in volo e all'altitudine prestabilita si è configurato per il volo orizzontale. L'autonomia ha consentito un'operatività "di diverse ore", dopodiché non è stato specificato se il volo si sia risolto con ammaraggio oppure atterraggio magari su portaerei o pista su terra. In ogni caso attualmente il veicolo si affida a celle di combustibile che dovrebbero essere in grado di fornire più di 6 ore di autonomia.
NRL XFC UAS
A cosa dovrebbe realmente servire un mezzo di questo tipo? Secondo i ricercatori della Marina sarebbe perfetto per le missioni di "intelligence, surveillance and reconnaissance" (ISR). Ovvero spionaggio, sorveglianza e riconoscimento, che di fatto contraddistinguono la stessa azione dei sommergibili moderni.
La frontiera dei droni si fa sempre più interessante in ogni settore soprattutto perché i costi sono bassi e la flessibilità, in relazione alle esigenze, è massima.