Il regolamento anti-pirateria italiano deve essere sospeso

Più associazioni chiedono all'AGCOM di sospendere il regolamento anti-pirateria per evidenti profili di incostituzionalità.

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a cura di Dario D'Elia

Il regolamento anti-pirateria adottato dal Garante delle Comunicazioni è legittimo? Probabilmente no, ma le istituzioni dormono. A due anni di distanza dall'approvazione della specifica delibera (n. 680/13/CONS), le associazioni Associazioni AIIP, Altroconsumo, ASSOPROVIDER-confcommercio, REA televisioni associate, Movimento difesa del cittadino e ASSINTEL-confcommercio hanno deciso di entrare a gamba tesa sulla questione.

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Ieri hanno recapitato una lettera al presidente dell'AGCOM, Angelo Marcello Cardani, che richiede la "convocazione delle parti interessate ai fini di tutela del diritto d'autore, ed istanza di sospensione del Regolamento". Il motivo è strettamente legato alla recente sentenza (247 del 2015) della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'inammissibilità delle questioni di costituzionalità prospettate dal TAR del Lazio in riferimento alla norma AGCOM.

In pratica la Corte ha rimbalzato la questione per motivi formali: il TAR si è "mal espresso". Per quanto riguarda invece il cuore della vicenda - ovvero se l'AGCOM avesse o meno il diritto di stabilire un regolamento di questo tipo - ha lasciato intendere profili di illegittimità.

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"Occorre preliminarmente osservare che le disposizioni censurate non attribuiscono espressamente ad Agcom un potere regolamentare in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica", scrive la Corte Costituzionale.

"A prescindere da ogni considerazione sulla accuratezza della ricostruzione del quadro normativo e della interpretazione datane dal rimettente, è evidente che nessuna delle disposizioni impugnate, in sé considerata, dispone specificamente l'attribuzione all'autorità di vigilanza di un potere regolamentare qual è quello esercitato con l'approvazione del regolamento impugnato nei due giudizi davanti al TAR. Esso è desunto dal giudice a quo, in forza di una lettura congiunta delle previsioni sopra esaminate, che non risulta coerentemente o comunque adeguatamente argomentata".

In sostanza le attività di inibizione e di rimozione di contenuti pirata dovrebbero essere sorrette da leggi approvate dal Parlamento perché in caso contrario "potrebbero  generare danni ingiusti nei confronti dei Consumatori e delle imprese soggette al poteri di vigilanza da parte dell'Autorità", come spiegano le associazioni.

Non meno importante il fatto che questa azione dell'AGCOM espone gli operatori TLC e il Pubblico al rischio di "rilevanti conseguenze risarcitorie ad opera degli interessati".