Incasso LTE oltre i 3 miliardi: l'AGCOM ha l'acquolina

L'incasso per l'asta LTE ha già superato i 3 miliardi di euro, ma una volta sottratti quelli previsti dal DDL stabilità Tremonti dove verrà allocato il resto? L'AGCOM li vorrebbe tutti per lo sviluppo del broadband, ma a questo punto Palazzo Chigi potrebbe pensarla diversamente.

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a cura di Dario D'Elia

L'asta per l'assegnazione delle frequenze LTE ieri ha superato i 3 miliardi di euro di incasso, ma una volta coperto il ddl stabilità firmato Tremonti che ne sarà del resto? I timori di flop della prima ora, come sappiamo, sono stati completamente spazzati via, adesso però bisognerà decidere che fare del disavanzo. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani lunedì scorso ha assicurato che almeno il 50% verrà destinato al settore telecomunicazioni, e quindi probabilmente allo sviluppo della rete broadband. Il problema è che prima erano 75 milioni, adesso invece iniziano a essere 300 e l'acquolina di Palazzo Chigi è quanto mai scontata. 

Come riporta l'AGCOM, l'incasso "consente non solo l'attribuzione di misure economiche compensative a favore delle televisioni locali, ma anche di assegnare le maggiori entrate accertate rispetto ai 2,4 miliardi di euro per misure di sostegno al settore delle comunicazioni". In ogni caso bisogna considerare anche i 240 milioni promessi dal Governo alle TV locali quale rimborso per "l'esproprio".

Che farne?

Il presidente Corrado Calabrò ha deciso di giocare d'anticipo spedendo una lettera al Governo. Nella prima parte elogia la scelta di non aver esteso la Robin Tax al settore, nella seconda ricama una sorta di pamphlet sulle "misure per la crescita che possono scaturire dal settore delle telecomunicazioni". 

"Ebbene, è ormai un punto fermo, supportato da evidenze e stime accreditate da parte di studiosi ed organismi internazionali, che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) sono alla base del recupero di produttività  per migliorare la concorrenza internazionale di un Paese e per creare una nuova occupazione qualificata", scrive Calabrò.

"Molteplici studi di caratura internazionale evidenziano che le reti intelligenti di nuova generazione (fisse e mobili) possono promuovere la crescita e al contempo generare importanti risparmi: almeno 1 punto di PIL aggiuntivo per ogni 10% di diffusione della banda larga; quasi 40 miliardi all'anno, a regime per l'Italia, di risparmi grazie a telelavoro (2 mld), e-leaming (1,4 mld), e-govemment e impresa digitale (16 mld), e-health (8,6 mld), giustizia e sicurezza digitale (0,5 mld), gestione energetica intelligente (9,5 mld)".

Il presidente AGCOM lascia la sorpresa per il finale, chiedendo che venga allocato "un sostegno per la banda larga e le reti di nuova generazione" superiore al 50% di quello che avanzerà dalla sottrazione dei 2,4 miliardi. 

Come direbbe il Rutelli di Guzzanti: "[...] Ricordati degli amici! Ricordati di chi ti ha voluto bene!".