L' Europa autorizza l'uso di spyware per "sicurezza nazionale"

European Media Freedom Act, sì allo spyware ai giornalisti per “proteggere” le elezioni

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Si chiama European Media Freedom Act ed è una norma in via di approvazione al Parlamento UE. Si tratta di uno sforzo per rafforzare la tutela della libertà di stampa e la pluralità dell’informazione, ma c’è un paragrafo che, se approvato, autorizzerebbe gli stati a installare spyware sui dispositivi dei giornalisti. 

Secondo Agenda Digitale si tratta di “proteggere le prossime elezioni europee da interferenze e disinformazione disinformazione, fake news”, e alcuni giornalisti hanno mostrato preoccupazione - anzi le preoccupazioni erano state espresse molti mesi fa, ma la norma sullo spionaggio è rimasta nella legge. 

Il testo rafforza alcune delle tutele esistenti in favore dei giornalisti, compresa la proibizione di usare spyware sui loro dispositivi. Tuttavia si prevede anche l’uso di software di spionaggio possa essere “giustificato, caso per caso, da motivi di sicurezza nazionale”.

Perché è un problema? Perché non esistono strumenti che permettano di determinare se un’informazione è una minaccia per la sicurezza nazionale, o se oppure si tratta di convenienza politica per il governo di turno. Non bisogna andare lontani per trovare degli esempi: basta ricordare nomi come quelli di Julian Assange, Chelsea Manning e Edward Snowden; Assange in particolare è un giornalista, il che è rilevante nell’ambito di questa nuova legge europea.

Il “caso Wikileaks” è esemplare: Assange (insieme ad altri giornalisti) ha diffuso informazioni riservate. Il governo USA e quello UK affermano che così facendo ha messo a rischio la sicurezza nazionale, e per questo è imprigionato da anni. Tuttavia legalmente non si è ancora dimostrato nulla e ci sono molti dubbi sull’accusa.

Dunque, se domani o l’anno prossimo qualcuno a Palazzo Chigi dovesse decidere - anche in modo del tutto arbitrario - che il lavoro di un certo giornalista è un rischio per la sicurezza nazionale, allora sarà legale intercettare le sue comunicazioni

L’altro piatto della bilancia: le fake news.

I promulgatori della legge sperano in questo modo di “proteggere le prossime elezioni europee” da potenze straniere che, con la complicità di giornalisti europei, diffondono disinformazione e propaganda per i loro interessi, ostacolando di fatto l’esercizio della democrazia. 

Sicuramente non è la prima volta che l’UE si mostra preoccupata per la possibilità che i processi democratici finiscano per essere inquinati tramite la manipolazione di informazioni. Una preoccupazione del tutto comprensibile: basta ricordare il caso della Brexit e di come Cambridge Analytica sia riuscita ad alterare le convinzioni dei cittadini britannici. 

Lo sforzo per combattere la disinformazione, comunque, non si limita a questa legge. C’entrano anche le norme che regolano le attività delle grandi aziende tech, come Google, Facebook e altri.