La DEA spia i trafficanti di droga grazie a uno spyware italiano

La DEA starebbe impiegando dal 2012 uno spyware dell'italiana Hacking Team capace di registrate ogni comunicazione su PC e smartphone, senza contare l'accesso a documenti.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antidroga statunitense, la DEA, si affida a un software di spionaggio italiano sviluppato da Hacking Team. Come rivela la testata Motherboard (Vice) è dal 2012 che Remote Control System (RCS - Galileo) viene impiegato per intercettare telefonate, SMS e messaggi social. Questo particolare spyware è talmente potente da essere in grado anche di prendere controllo di webcam e microfoni PC, senza contare l'abilità di sottrarre password.

galileo hacking team

Galileo

La prassi è a dir poco banale: tecnici o infiltrati DEA installano lo spyware su computer o cellulari e poi monitorano ogni attività decifrando se è il caso dati protetti.

La collaborazione con il team italiano conferma che non solo l'FBI e NSA hanno a disposizione strumenti sofisticati di intercettazione, ma anche altre agenzie. USA Today ha rivelato recentemente che la DEA ha registrato milioni di telefonate in più di 20 anni di attività, confermando di essere praticamente all'avanguardia in questo ambito.

Il contratto "Remote Controlled Host Based Interception System" stipulato il 20 agosto 2012, per un valore di 2,4 milioni di dollari, mostrerebbe i nomi della DEA Office of Investigative Technology e del contractor Cicom USA. Motherboard e Pri”‹vacy International sostengono che la licenza riguardi proprio Galileo, una "hacking suite per intercettazioni governative".

Cicom USA in pratica agisce da rivenditore. Da tempo è finito sotto i riflettori anche per la sua attività commerciale anche con paesi come l'Etiopia, Emirati Arabi e Marocco che spesso hanno impiegato tali strumenti contro dissidenti e giornalisti.

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Ufficialmente il legame tra Cicom USA e Hacking Team non è confermato, anche se l'AD della società italiana David Vincenzetti rivelò all'Espresso anni fa di avere clienti in più di 40 paesi nel mondo, compresi gli Stati Uniti. Motherboard però sostiene che più fonti confermerebbero la collaborazione. Per altro le società sembrerebbero condividere lo stesso ufficio, o comunque lo stesso indirizzo, ad Annapolis.

Il tema è caldo negli Stati Uniti perché non è chiaro se l'attività di spionaggio tramite spyware sia totalmente legale. "Se le forze di polizia possono violare il tuo computer, accendere la tua webcam, il tuo microfono e rubarti documenti questo tipo di cose dovrebbero finire sotto l'occhio del Congresso, soprattutto se questi giochetti dovessero scivolare verso il basso, ovvero le forze dell'ordine locali", ha commentato Christopher Soghoian, esperto tenico di American Civil Liberties Union.