Laureati senza lavoro: bisognava pensarci dalle elementari

Un'inchiesta condotta nel Regno Unito conferma che per trovare lavoro in ambito hi-tech oggi il titolo di studio non basta più.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Per trovare lavoro in ambito hi-tech la laurea non basta. Senza esperienza le possibilità sono poche, per non dire nulle. Non è una novità: basta scorrere gli annunci di lavoro per leggere "cercasi laureato con esperienza". A rimarcarlo arriva anche una nuova ricerca condotta da CWJobs, un sito inglese specializzato nella ricerca di lavoro, che ha interpellato le 500 maggiori aziende della Top Tech.

Quali sono i requisiti che cercano in una nuova recluta? Esperienza, in almeno il 60 percento dei casi, perché "da solo il titolo di studio non è sufficiente per aiutare chi cerca lavoro entrare nel settore IT".

Bisogna iniziare a programmare da piccoli per trovare lavoro da grandi

Richard Nott, direttore di CWJobs, ha spiegato a The Register che "una carenza di professionisti qualificati potrebbe avere un forte impatto sul futuro della Gran Bretagna come potenza chiave nel settore tecnologico. Gli studi costituiscono indubbiamente una solida base teorica per i professionisti, ma il 64 percento dei professionisti che operano nel settore tecnologico non ne sono in possesso".

Quello che deve essere incoraggiato è un percorso formativo adeguato a sfornare giovani professionisti IT, a partire da iniziative come quelle del Governo inglese di insegnare la programmazione a tutti i bambini, a partire dall'età di cinque anni. Per il 56% delle persone intervistate, infatti, "la programmazione dovrebbe essere integrata nel programma di istruzione secondaria a partire dal 2015 in poi". Addirittura l'86% reputa che sia la scuola primaria il momento migliore per iniziare a insegnare la programmazione.

Una risposta chiara alle obiezioni che sollevano i molti neolaureati disoccupati davanti agli annunci di lavoro in cui si chiedono allo stesso tempo titoli di studio ed esperienza: non è più tempo di "farsi le ossa" al primo impiego. Il candidato ideale è l'appassionato che programma da quando era in fasce e che ha coltivato quella che era già una chiara attitudine con un percorso di studi ad hoc. In un mondo ideale.

In Italia, dove i computer nelle scuole scarseggiano e non ci sono abbastanza docenti per insegnare la programmazione dalle elementari, come la mettiamo?