Legge bavaglio per i blog: non muore, ci vuole un paletto

I senatori di PdL, PD e Lega che fanno parte della Commissione Giustizia hanno nuovamente iniziato a parlare dell'obbligo di rettifica. Ormai non si contano più i tentativi legislativi. I senatori Vita e Vimercati tenteranno il contro-emendamento.

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a cura di Dario D'Elia

La 2° Commissione del Senato, che si occupa di Giustizia, è tornata ad affrontare il tema dell'obbligo di rettifica online e della diffamazione a mezzo stampa. L'ha scoperto l'avvocato IT Guido Scorza, che come un piccola vedetta vigila da tempo sull'argomento. Ebbene, ormai siamo di fronte a pura guerriglia legislativa. Non si contano i tentativi andati a vuoto negli ultimi due anni. L'ultima volta la norma ammazza-blog è spuntata nel ddl anti-corruzione del Governo Monti, ma l'avevamo già vista nella proposta Alfano del 2011 e del 2009.

Il nodo è quello di sempre: obbligo di rettifica entro 48 ore per ogni sito Web sulla base di una semplice richiesta da parte dei presunti lesi. In pratica chiunque potrebbe esigere un aggiornamento dei contenuti senza dibattimento. Ai siti non sarebbe concessa replica. Nella peggiore delle ipotesi potrebbe arrivare anche una sanzione a quattro zeri per i gestori dei siti.

Non resta che il paletto di frassino per liberarci di questa norma

"È questo il contenuto di una pioggia di emendamenti presentati al Disegno di Legge in materia di diffamazione che il Senato sta discutendo, in questi giorni, a ritmo serrato, sull’onda emotiva del caso Sallusti", sottolinea Scorza su Il Fatto Quotidiano.

La nota preoccupante è che pare dietro a questa "emotività" diffusa vi sarebbero un po' tutti i partiti. Si parla infatti dei senatori Caliendo, Mugnai e Mantovani del PdL, Casson e Maritati del PD e Mura e Mazzatorta della Lega. In verità i primi firmatari del disegno di legge sono Chiti e Gasparri, ma dalla prima versione sono state introdotte correzioni importanti. Su tutte l'obbligo di rettifica per tutti i "gestori di siti informatici di natura editoriale". Poi cosa voglia dire "editoriale" è uno spazio di probabilità, poiché oggi la disciplina correlata è piuttosto vaga al riguardo.

"Sembra un autentico paradosso: il Parlamento, lavorando ad un disegno di legge a difesa della libertà di informazione, minaccia - poco conta quanto consapevolmente - di massacrare le forme più moderne e penetranti di esercizio della libertà di informazione sul web", sostiene Scorza.

Non resta che attendere il solito coro di proteste e l'anti-guerriglia di Palazzo - a questo giro guidata dai senatori Vita e Vimercati. E così si va avanti: qualcuno innesca la bomba, altri la disinnescano.