Libertà di modem per tutti, i provider non possono limitarci

Il deputato Ivan Catalano ha ricevuto risposta alla sua interrogazione parlamentare sulle limitazioni imposte dai provider ai clienti sull'uso dei modem. L'AGCOM sta indagando e fra qualche settimana pubblicherà un'indicazione.

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a cura di Dario D'Elia

I provider Internet italiani dovrebbero consentire agli abbonati di impiegare il modem che preferiscono, senza alcuna restrizione.Per questo diritto si sta battendo Ivan Catalano, deputato del gruppo Civici e Innovatori, di cui fanno parte 17 componenti fra cui Stefano Quintarelli e Alberto Bombassei.

Interppellanza

Interpellanza a firma Ivan Catalano

Stamani il Ministero dello Sviluppo Economico ha risposto alla sua interpellanza parlamentare che ricordava l'esistenza di una direttiva europea sull'argomento. Nello specifico il Regolamento UE 2015/2120 stabilisce all'articolo 3 che:

"Gli utenti finali hanno il diritto di accedere a informazioni e contenuti e di diffonderli, nonché di utilizzare e fornire applicazioni e servizi, e utilizzare apparecchiature terminali di loro scelta, indipendentemente dalla sede dell'utente finale o del fornitore o dalla localizzazione, dall'origine o dalla destinazione delle informazioni, dei contenuti, delle applicazioni o del servizio, tramite il servizio di accesso a Internet".

Il termine per adeguarsi completamente alla norma comunitaria è scaduto il 31 dicembre 2016, ma in Italia al momento l'unica indicazione al riguardo è contenuta nella legge DPR 198 del 2010 che si limita a definire le apparecchiature di interlacciamento. Si legge infatti che:

1. Ai sensi del presente decreto si intendono per:

a) apparecchiature terminali:

1) le apparecchiature allacciate direttamente o indirettamente all'interfaccia di una rete pubblica di telecomunicazioni per trasmettere, trattare o ricevere informazioni; in entrambi i casi di allacciamento, diretto o indiretto, esso può essere realizzato via cavo, fibra ottica o via elettromagnetica; un allacciamento è indiretto se l'apparecchiatura è interposta fra il terminale e l'interfaccia della rete pubblica

Il sottosegretario per lo Sviluppo Economico Antonio Gentile ha risposto che il Garante delle Comunicazioni sta completando un'attività di verifica del rispetto delle norme. Nelle prossime settimane saranno diffuse le conclusioni di questa indagine. 

ivan catalano
Ivan Catalano

"Dato che il regolamento UE entra direttamente nel nostro ordinamento mi auguro che l'Autorità lo attui in modo rigoroso e senza deroghe in modo tale da consentire l'accesso alla Rete senza discriminazione e barriere", ha dichiarato pochi minuti fa a Tom's Hardware il deputato Catalano.

"Un problema sentito molto anche dalle aziende, che con questo vincolo tra attesa per la sostituzione dovuta all'operatore o installazione sono soggetti a costi a volte insostenibili. Ormai un giorno senza connessione è un giorno senza reddito per alcune imprese".

Gli operatori italiani, come ad esempio TIM, Fastweb e Vodafone, non consentono di impiegare qualsiasi modem con le offerte fibra - su ADSL c'è completa libertà - ma obbligano all'acquisto, il noleggio o comunque l'uso del proprio. Senza contare la "blindatura" del firmware.

modem

Questa è la prassi standard, anche se bisogna ammettere che molti clienti - per esigenze particolari - sono riusciti a ottenere i parametri tecnici per configurare modem di proprietà rinunciando però ai servizi di telefonia. Insomma, c'è modo di connettersi a Internet con altri modelli ma per i servizi voce non si può fare nulla.

I provider sostengono che per il VoIP - la tecnologia di riferimento nei pacchetti fibra - bisogna affidarsi a configurazioni particolari e che la stessa UE lo considera un "servizio specializzato", quindi soggetto a deroghe. L'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) infatti segnala che se "sussistono delle evidenze tecniche che rendono necessario l'utilizzo di uno specifico terminale l'operatore può scegliere di erogare tale servizio con il dispositivo considerato più idoneo che però viene considerato parte della sua rete".

Insomma, questo è l'escamotage che sembrerebbe garantire agli operatori la libertà di scelta.

In verità sembra più una mossa commerciale, poiché con router adeguati gli abbonati non avrebbero alcun tipo di problema. Insomma, il dibattito sulla indispensabilità dei modem forniti dagli Interne Service Provider appare più da azzeccagarbugli che ingegneri.

E dire che il mercato spesso offre prodotti più validi e con maggiori margini di configurabilità rispetto a quelli dei provider. Senza contare il risparmio di cui si può godere nel tempo, evitando l'obbligo ad ogni cambio di provider di acquistare o noleggiare un nuovo dispositivo.

Il deputato Catalano ha chiesto quindi "se il Governo condivida la valutazione espressa dall'Esecutivo della Repubblica federale tedesca (proposta di legge Drucksache 18/6280 dell'8 ottobre 2015, NdR.), in riferimento all'identica situazione che si verifica nel mercato tedesco, circa la incompatibilità dell'attuale gestione degli apparati terminali".

"In altri paesi le stesse compagnie che ci sono in Italia non attuano questi atteggiamenti", ha aggiunto Catalano. "Dove ci sono barriere le rispettano. Mi auguro che facciano lo stesso in Italia, senza opporsi".

L'AGCOM, tra qualche settimana, quando terminerà le sue audizioni e l'azione di indagine pubblicherà probabilmente una delibera che darà indicazioni precise agli operatori su come rispettare il regolamento UE. 

"Il regolamento UE comunque non ha bisogno di una nuova legge italiana per essere rispettato. Nulla toglie che il Governo possa legiferare in materia nel rispetto delle indicazioni comunitarie. Il Regolamento entra direttamente nel diritto del nostro paese, mentre una direttiva deve essere recepita", ha concluso Catalano.