L'iride invecchia e compromette i controlli biometrici

Un team di ricercato della University of Notre Dame ha scoperto che le variazioni dell'iride dovute all'invecchiamento aumentano i margini di errore dei sistemi di controllo biometrici. In tre anni il margine sale del 153%.

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a cura di Dario D'Elia

L'identificazione delle persone che sfrutta il riconoscimento biometrico dell'iride è meno sicura di quel che si crede, soprattutto a medio e lungo termine. Un gruppo di ricercatori del dipartimento di scienze informatiche della University of Notre Dame (Indiana - USA) - come riporta Nature - ha scoperto infatti che l'iride è soggetta a invecchiamento e quindi a micro-variazioni che ne variano l'aspetto.

La crescente diffusione dei sistemi biometrici negli aeroporti e negli ambienti soggetti a controlli di sicurezza ha sempre posto fin dalla prima ora il problema dei margini di errore. Ebbene, secondo il professor Kevin Bowyer della Notre Dame su un campione di 644 iridi fotografate 20mila volte tra il 2008 e il 2011 sarebbero riscontrabili importanti variazioni capaci di compromettere i controlli. Nella migliore delle ipotesi può bastare la ripetizione dello "scanning", nella peggiore si profila la possibilità di evadere ogni controllo per i malintenzionati.

Iris scan

In pratica i dati confermano che a tre anni dalla prima rilevazione nanometrica dell'iride il margine di errore aumenta del 153%. In pratica se all'inizio il rapporto è di 1 possibilità su due milioni - come dicono le attuali statistiche - dopo tre anni si arriva a 2,5 su due milioni. Un margine basso che però nel tempo diventa cumulativo e ancora più preoccupante se si supera la soglia dei tre anni.

Insomma, le vie percorribili sono due: o si prevedere un aggiornamento dei documenti ogni massimo tre anni, oppure si inizia a investire nella ricerca per individuare un algoritmo di "invecchiamento" per l'iride. "Lo sviluppo di un algoritmo di invecchiamento per gli indici biometrici dell'iride non è stato ancora studiato in alcun modo. Al contrario, nel campo della ricerca del riconoscimento facciale c'è un gran lavoro al riguardo per identificare le facce anche con significati cambiamenti dovuti all'età", ha sottolineato Bowyer durante l'ultima IEEE Computer Vision and Pattern Recognition Conference di Providence.