L'oscuramento dei programmi RAI su Sky è illegale

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di Sky alla vecchia delibera AGCOM che ha consentito alla RAI di oscurare i suoi programmi sul satellite. Non solo: aver favorito la piattaforma Tivusat ha alterato gli equilibri di mercato. Mediaset e La7 ne hanno tratto vantaggio.

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a cura di Dario D'Elia

L'oscuramento della programmazione RAI su Sky è illegittimo. L'ha stabilito il TAR del Lazio, annullando con la sentenza di ieri la vecchia delibera AGCOM che era stata impugnata dalla televisione di Murdoch l'anno scorso. In pratica non mostrare film, partite o altre stramissioni della TV di Stato sulla piattaforma satellitare è da considerarsi una grave violazione degli obblighi di servizio pubblico previsti dal contratto di servizio.

Come se non bastasse a distanza di tempo si scopre, sempre per sentenza del TAR, che la promozione della piattaforma Tivusat - ovvero quella satellitare gratuita sostenuta da RAI, Mediaset e Telecom Italia Media - è da considerarsi un aiuto di Stato illegittimo. Insomma, la strategia anti-Sky congeniata dalle TV monopoliste e favorita dal Garante delle Comunicazioni è stata svelata.

La RAI cripta a piacere

Tanto più che nella sentenza si legge che l'impegno Rai a promuovere la diffusione di Tivusat (dal 2009) - sebbene per il periodo del passaggio dall'analogico al digitale e con particolare riguardo alle zone del territorio nazionale non raggiunte dal digitale terrestre - si risolve in un vantaggio di rilevanza economica nei confronti di soggetti terzi rispetto al concessionario pubblico. "[...] e, in particolare, anche indirettamente, a favore di alcuni operatori del mercato televisivo, presenti sulla piattaforma Tivusat, costituisce un aiuto di stato, illegittimo".

Di fatto è stato alterato il mercato e mascherato un servizio pubblico televisivo che tale non era. Sempre che non si consideri il broadcasting di Mediaset e La7 appartenente a questa categoria.

tivusat

"La scelta Rai di non rendere più disponibile la propria programmazione attraverso la piattaforma satellitare Sky ha costretto tutti i cittadini abbonati Sky, o comunque in possesso di un decoder Sky, per la ricezione in via satellitare della programmazione del servizio pubblico, all'acquisto di un nuovo diverso decoder quale quello Tivusat (o di una CAM idonea a rendere i nuovi decoder Sky in grado di ricevere il segnale di codifica Nagravision)", si legge nella sentenza del TAR.

"Con le conseguenti ricadute negative sul piano dell'attuazione del principio di effettiva universalità della diffusione della programmazione del servizio pubblico, particolarmente rilevanti specie in un periodo temporale caratterizzato da una fase di avvio difficoltoso dell'offerta Tivusat".

Il nuovo contratto di servizio pubblico 2010/2012, tuttora in vigore, obbliga la RAI a rispettare il principio di neutralità tecnologica. Quindi la programmazione delle reti generaliste dovrà essere visibile su qualsiasi piattaforma commerciale che ne faccia richiesta secondo condizioni di equità e non discriminazione.