Un Comitato dell'ONU che si occupa di ambiente ha previsto l'esaurimento delle scorte dei metalli speciali utilizzati nell'industria elettronica. Il rischio è che il bassissimo tasso di riciclo (solo l'1%) porti in venti o trent'anni alla scomparsa di materiali chiave.
Neodymium
L'Indio ad esempio è ampiamente usato negli schermi a cristalli liquidi, nei semiconduttori, nelle cellule fotovoltaiche e in altri componenti. Il problema è che dall'attuale domanda di 1200 tonnellate passerà entro il 2020 a circa 2600 tonnellate. "Riteniamo che il tasso odierno di riciclo dell'indio sia inferiore all'1%. E che lo stesso valga per tutti i metalli speciali", ha spiegato Thomas Graedel, professore di ecologia industriale a Yale.
"Crediamo che ci sia una ragionevole probabilità che nei prossimi venti o trent'anni alcuni materiali possano scarseggiare al punto da divenire di fatto indisponibili per l'uso industriale". La lista dei metalli a rischio è lunga e comprende anche Neodymium, fondamentale per i magneti delle turbine eoliche, e il Gallio, usato per diodi luminosi per la produzione di lampade e luci.