La UE si accorge dei problemi di privacy di Facebook

L'indicizzazione Google dei profili Facebook non piace al comitato consultivo UE dei garanti della privacy. Le opzioni di default dovrebbero essere più conservative.

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a cura di Dario D'Elia

Il comitato consultivo UE dei garanti della privacy (Article 29) ha criticato aspramente la scelta di Facebook di rendere i profili degli utenti accessibili al motore di Google. Sebbene sia passato un anno da questa piccola rivoluzione solo oggi il fronte dei garanti si è trovato compatto.

Facebook e Privacy

"È una violazione delle leggi sulla privacy usare i dati personali contenuti in un profilo utente per scopi commerciali se gli individui interessati non hanno dato il proprio consenso libero e non ambiguo
", si legge nella lettera congiunta spedita a Facebook.

Già, ma secondo il noto social network il problema è a dir poco inesistente: basta infatti intervenire nelle opzioni per essere esclusi dall'indicizzazione di Google.

A questo punto il dibattito sembra ridursi a come dovrebbe prefigurarsi il "default" privacy: esclusione automatica come prima o campo libero come adesso?

Secondo il New York Times è semplicemente il sistema Web a essere diventato complesso: il regolamento di Facebook supera persino in lunghezza il testo originario della Costituzione statunitense.