Mobile World Congress: perché Barcellona e non Milano?

Perché il Mobile World Congress si tiene a Barcellona? Basta guardarsi attorno per vedere che la città catalana è già proiettata nel futuro, dalla banda larga alla gestione dei rifiuti.

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a cura di Pino Bruno

Se vi chiedete perché il Mobile World Congress, cioè una manifestazione dedicata al mondo che cambia in mobilità digitale, si svolga ogni anno a Barcellona, la risposta sta nelle cose che il cronista curioso incontra per strada. Efficienza e semplicità, ma anche potenza organizzativa, logistica e connettività.

Ad esempio, per entrare subito nel merito, la rete Wi-Fi messa a disposizione delle migliaia di giornalisti accreditati: 10 Mb/s quasi simmetrici. Una banda che puoi soltanto sognarti in altre manifestazioni di questa portata. Avranno portato fin qui alla Fira Gran Vìa fasci di fibra ottica spessi come baobab. Reggono molto bene all'assalto degli ottantamila espositori e visitatori professionali anche le reti Wi-Fi che coprono capillarmente padiglioni e spazi circostanti.

D'altronde è così quasi dappertutto a Barcellona. Te lo ricordano i cartelloni pubblicitari del provider Jazztel che a ogni angolo reclamizzano connessioni domestiche da "200 Megues reals", cioè 200 Mb/s effettivi a cominciare da 30 euro al mese. Nulla è causale. La città ha pianificato il suo futuro a cominciare dal 1990, con un Piano Strategico metropolitano che aveva il suo fulcro nell'innovazione tecnologica. Per più di un anno vi hanno lavorato 650 esperti di tutto il mondo, grazie ad accordi con partner prestigiosi: Accenture, Cisco, Citigroup, Endesa, Fujitsu, HP, IBM, Indra, Italtel, Microsoft, Opentext, Oracle, Philips, Ros Roca, Sap, Schneider-Telvent, Siemens e Telefónica.

Bicing

I risultati si vedono eccome. A cominciare proprio dall'infrastruttura Wi-Fi, una ragnatela di più di 700 hotspot che si estende dal centro alla periferia, supportata da robusti fasci di fibra ottica. Tanta connettività permea ogni tipo di servizio al cittadino. Persino l'offerta municipale di bike sharing ha una marcia in più. Barcellona, dice l'Institute for transportation and development policy, è tra le prime città del mondo per penetrazione ed efficacia del servizio.

Bicing ha 420 stazioni di prelievo/riconsegna e ogni giorno più di quarantamila persone usano le bici pubbliche. Ogni mezzo è monitorato costantemente grazie all'infrastruttura di rete, con un mix di tecnologia RFiD, NFC, QRcode. Nulla è lasciato al caso ed è difficile che ci siano rastrelliere vuote. Per i guasti e gli atti di vandalismo - sempre più rari, grazie al sistema di videosorveglianza delle stazioni di prelievo/riconsegna - ci sono gli interventi delle officine meccaniche mobili.

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Per non parlare dei rifiuti e delle squadre di pulizia permanente - che comunque, anche qui, non riescono a tener testa ai proprietari maleducati di cani. Nelle strette strade del centro storico non c'è spazio per i cassonetti. Ecco allora l'Automated Vacuum Waste Collection System, cioè tante colonnine per le varie tipologie di rifiuti sistemate sul piano stradale e collegate a una rete sotterranea di trasporto. La spazzatura finisce in un tubo verticale, alla cui base c'è una valvola. Il software gestisce il sistema per convogliare la spazzatura, che è aspirata e spinta a circa ottanta chilometri orari dalle turbine fino al centro di raccolta. Il sistema ricorda la vecchia posta pneumatica.

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Altrove ci sono i cassonetti intelligenti che utilizzano sensori RFID per monitorarne uso e tempi di riempimento. Ce ne sono 35mila, e la flotta di camion dell'igiene urbana è sempre collegata alla centrale di controllo, che indirizza i mezzi lì dove c'è bisogno. Il risultato è un grande risparmio di tempo e carburante. Solo alcuni esempi di una città che ha accettato la sfida del futuro. Ecco, se vi chiedete perché mai il Mobile World Congress si tiene qui ogni anno forse è anche per quello che vi abbiamo appena raccontato.