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a cura di Elena Re Garbagnati

Secondo Bridenstine la NASA avrebbe dovuto tornare sulla Luna un decennio fa. "Se fossimo tornati sulla Luna nel 2009, avremmo scoperto allora (e non oggi) che c'è ghiaccio d'acqua in superficie". Invece "dal 1969 al 2009 un sacco di persone ha creduto che la Luna fosse un sasso arido. Ci vollero gli indiani nel 2008 per rendersi conto con un esperimento che c'era ghiaccio d'acqua sulla Luna, dato confermato poi da un nostro esperimento nel 2009". In questo mea culpa arriva quindi la domanda più critica: "negli ultimi 40 anni cos'altro ci siamo persi?"

ghiaccio ai poli della luna

Ghiaccio ai poli della Luna. Crediti. NASA

Date le premesse, le conclusioni sono fin troppo ovvie, tenuto conto anche del fatto che in qualità di neo amministratore della NASA Bridenstine ha ricevuto mandato dal Presidente Donald Trump di riportare gli astronauti sulla Luna. Prima di tutto "dobbiamo esplorare più zone della Luna di quante ne abbiamo viste in precedenza. Con il programma Apollo abbiamo fatto sei atterraggi, tutti nelle regioni equatoriali della Luna. Questo non ci ha dato la prospettiva completa, la piena comprensione, i dati scientifici e le conoscenze necessarie".

Inoltre la Luna è un punto di partenza per viaggi più lontani nel Sistema Solare. "La Luna rappresenta uno straordinario terreno di prova per tutte le tecnologie e le abilità umane necessarie per sopravvivere su un altro pianeta, e la sua capacità di sfruttarne le risorse. La Luna ci dà la possibilità di svolgere queste attività per la prima volta vicino a casa, piuttosto che su Marte, dove non si può tornare per due anni".

Avanti con lo sviluppo di Gateway

Bridenstine sostiene che la chiave per il successo sulla Luna - e poi per andare su Marte - è la costruzione di "Gateway", un avamposto nello spazio cislunare, da immaginare come una piccola stazione spaziale, che verrà impiegato come luogo in cui vivere e lavorare intorno alla Luna, oltre a supportare una serie di missioni sulla superficie lunare. Sarà un luogo ideale per condurre esperimenti di Astrofisica e di Fisica, nonché studi di fisiologia umana e biologia spaziale.

"Il primo Gateway sarà in un'orbita quasi rettilinea, non è ottimale per atterrare sulla Luna, ma consentirà di sfruttare una propulsione elettrica solare (molto bassa) per rimanere in quell'orbita per molto tempo", ha detto Bridenstine. Durante questo periodo "gli Stati Uniti avranno modo di investire in infrastrutture critiche che i nostri partner commerciali potranno sfruttare per andare avanti e indietro dalla Terra alla Luna".

Rappresentazione artistica della piattaforma lunare Gateway della NASA

Rappresentazione artistica della piattaforma lunare Gateway della NASA

Si ritrova quindi un leitmotiv dell'amministrazione Trump: l'intreccio fra pubblico e privato per spingere l'economia, in questo caso spaziale. "Quello che vogliamo fare è consentire a più persone di avere accesso alla superficie e all'orbita lunare. [...] Vogliamo consentire a tutti, compreso chi non ha grandi budget da investire, di consultare la documentazione pubblica dei Gateway e progettare nuove soluzioni da implementare".

Passo successivo sarà quello di sviluppare un secondo Gateway che funga da piattaforma di partenza per voli nello spazio profondo e per andare su Marte, sempre appoggiandosi a partner commerciali.