Non pagare la Rai si può, dice Libero di Belpietro

Libero stamani racconta la storia di un cittadino italiano che è riuscito a vincere la battaglia del canone con la Rai. In verità la Commissione tributaria ha riconosciuto una mancanza della Rai: non è stato individuato alcun escamotage.

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a cura di Dario D'Elia

"Non pagare la Rai si può", titola oggi il quotidiano Libero. Tutto vero, per un cittadino italiano che aveva chiesto l'oscuramento delle reti. Ma andando a scavare si scopre che è un'eccezione riconosciuta dalla Commissione tributaria.

In pratica la sentenza 597/2013 ha accolto la richiesta del telespettatore a causa di un piccolo dettaglio. A fronte di richiesta di oscuramento la Rai non aveva risposto. Ecco spiegato l'annullamento della cartella esattoriale correlata al pagamento del canone.

La prima pagina di Libero

In linea di massima non è stato individuato l'escamotage definitivo per scampare l'imposta, ma solo l'ennesimo corto circuito del sistema di raccolta. Com'è risaputo il decreto di riferimento è quello di epoca fascista (n° 246 del 1938). Prevede il pagamento del canone per tutti i possessori di "uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni". L'esenzione è riconosciuta solo se non si possiede un dispositivo, si è ceduto oppure se ne richiede il suggellamento.

Da anni il dibattito politico per una riforma si blocca a causa delle proteste dei cittadini. E così le casse dello Stato fanno a meno di più di 1,5 miliardi di euro per il mancato introito. Forse si attende una grande riforma della RAI, ma puntualmente è poi la politica a infiammarsi.