La sfida di NVIDIA sul mercato cinese si complica ulteriormente dopo il recente blocco delle esportazioni imposto dal governo statunitense. Jensen Huang, CEO dell'azienda, ha confermato che il prossimo acceleratore AI destinato alla Cina non si baserà più sull'architettura Hopper, segnando un punto di svolta nella strategia dell'azienda. La situazione è diventata particolarmente critica dopo il divieto di esportazione dei chip HGX H20, che ha causato a NVIDIA una perdita stimata di 5,5 miliardi di dollari, costringendo l'azienda a ripensare completamente il suo approccio al secondo mercato mondiale.
Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, NVIDIA starebbe valutando l'abbandono della memoria HBM (High Bandwidth Memory) in favore della tecnologia GDDR7, una mossa che rappresenterebbe certamente un cambio di rotta rispetto alle soluzioni precedenti. Questa decisione potrebbe essere la risposta diretta alle restrizioni americane che citano specificamente la larghezza di banda della memoria e dell'interconnessione come motivi principali del divieto, temendo l'utilizzo di tali tecnologie nei supercomputer cinesi.
La storia recente delle relazioni commerciali tra NVIDIA e il mercato cinese è caratterizzata da continue restrizioni. Prima del blocco dell'H20, l'azienda aveva già dovuto rinunciare all'esportazione dei suoi acceleratori di punta H100 e H200. Nel tentativo di aggirare queste limitazioni, NVIDIA aveva introdotto il modello H800 nel marzo 2023, che è stato però successivamente vietato nell'ottobre dello stesso anno. L'H20 rappresentava quindi l'ultima offerta avanzata di NVIDIA per il mercato cinese, fino al recente divieto.
"Non è possibile modificare ulteriormente Hopper", ha dichiarato Jensen Huang quando interrogato sul futuro dopo l'H20, confermando implicitamente che l'azienda sta esplorando architetture alternative. La situazione presenta notevoli sfide tecniche: il core GH100 alla base della famiglia Hopper supporta esclusivamente controller di memoria compatibili con HBM, mentre l'architettura equivalente per il mercato consumer, Ada Lovelace, supporta la memoria GDDR ma non è ottimizzata per carichi di lavoro AI/ML.
Le opzioni a disposizione di NVIDIA sembrano limitate. L'azienda potrebbe tentare di riprogettare l'architettura Hopper per aggirare le sanzioni statunitensi, ma questa strada appare improbabile dopo le dichiarazioni di Huang. Un'alternativa sarebbe passare all'architettura Blackwell, con i chip della serie GB20X (RTX 50) che supportano la memoria GDDR7. Tuttavia, la versione consumer di Blackwell non dispone del supporto per NVLink, tecnologia essenziale per lo scaling multi-GPU nei sistemi di intelligenza artificiale avanzati.
L'incertezza che circonda la strategia di NVIDIA sta già favorendo la crescente popolarità degli acceleratori Ascend di Huawei in Cina. Nonostante questi ultimi non eguaglino le prestazioni delle soluzioni NVIDIA, rappresentano un'alternativa locale sempre più attraente in un contesto di continue restrizioni all'importazione. Per NVIDIA, il rischio di cedere quote significative di mercato a competitor cinesi diventa sempre più concreto.
La situazione sembra proprio un complesso rompicapo strategico e tecnologico per NVIDIA. Da un lato, l'azienda non può permettersi di rinunciare a uno dei più grandi mercati mondiali per l'intelligenza artificiale. Dall'altro, deve navigare tra restrizioni governative sempre più stringenti che sembrano destinate a colpire qualsiasi nuova soluzione l'azienda riesca a sviluppare. Questo scenario di continua rincorsa tra innovazione tecnologica e regolamentazione promette di ridefinire non solo le strategie di NVIDIA, ma anche gli equilibri globali nel settore degli acceleratori AI.