Obama e l'FBI ci vogliono tutti intercettati per legge

Negli Stati Uniti sta maturando una nuova proposta di legge: tutte le comunicazioni online dovrebbero offrire una back door per l'accesso delle autorità. Metterebbe fine alle conversazioni e ai messaggi sicuri trasmessi con Skype e Blackberry.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le autorità e il governo degli Stati Uniti vogliono intercettare tutte le comunicazioni che passano da Internet. Le agenzie governative come l'FBI, con il sostegno dell'amministrazione Obama affermano che i nuovi strumenti di comunicazione rappresentano una difficoltà da affrontare. Tanto quanto è facile intercettare una conversazione telefonica, infatti, è difficile farlo con una chiamata via Skype o con i messaggi crittografati trasmessi con i protocolli Blackberry.

Un agente CIA ascolta le conversazioni del sospettato

Tra qualche mese la proposta di legge sarà pronta per il vaglio del congresso. Quello che si chiede è relativamente semplice: tutti gli strumenti di comunicazione digitale devono offrire una porta di accesso, da usare in caso d'indagini e su richiesta di un giudice.

"Fondamentalmente vogliono portare indietro l'orologio e far sì che i servizi di Internet funzionino come il telefono di una volta", dice J.X. Dempsey, che dirige un'organizzazione per i diritti civili su Internet.

Per Valerie E. Caproni, FBI, le cose stanno diversamente. "Non stiamo parlando di espandere i nostri poteri, ma di preservare la possibilità di esercitare quelli che abbiamo, per proteggere la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico", ha spiegato il dirigente federale. 

Il problema non riguarda però solo gli Stati Uniti. Maurizio de Lucia, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, spiega infatti che anche i criminali nostrani si affidano alla crittografia di Skype per comunicare con più serenità. Anche da noi servirebbe quindi una legge per accedere ai protocolli di sicurezza. "Solo una presa di posizione a livello internazionale potrebbe sbloccare il caso", aggiunge. 

Intercettazioni dai tetti

Chiunque operi su suolo statunitense dovrebbe rispettare le nuove norme. Questo include anche le aziende non statunitensi, come Skype o Blackberry, per esempio. Le richieste si riassumono in tre punti:

  • I servizi di comunicazione che offrono crittografia devono anche fornire una chiave di decodifica.
  • I servizi non statunitensi devono creare un ufficio sul territorio, che sia in grado d'intercettare i dati.
  • Gli sviluppatori di software che creano sistemi di comunicazione peer-to-peer (è il caso di Skype, NdR) devono riprogettare il codice per permettere l'intercettazione.

Lo sviluppo di queste "porte di servizio" rappresenterebbe una bella gatta da pelare per chi crea il software. Due le grandi questioni da affrontare: rispetto della privacy e sicurezza, che in parte si sovrappongono.

Se esiste un accesso, pur se legittimo, è infatti molto probabile che prima o poi qualche criminale lo scopra e lo usi a suo beneficio. "Credo che sia un disastro annunciato" dice Steve M. Bellovin, ricercatore della Columbia University, "se cominciano a inserire tutte quelle back door, qualcuno le sfrutterà".

Vecchi miti e nuove interpretazioni.

Sostanzialmente "il governo (degli USA) lo sta facendo di nuovo", spiega Seth Schoen della EFF, riferendosi al tentativo di proibire per legge l'uso di comunicazioni crittografate, che già si verificò una prima volta negli anni '90. In questo modo "segue i passi di regimi come quello degli Emirati Arabi Uniti, che recentemente hanno affermato che certi strumenti sono troppo sicuri e non possono essere usati dai civili".  

Un altro caso simile ha riguardato le attività di RIM in India. Dopo che il governo di Dheli ha minacciato di sospendere i servizi infatti, l'azienda canadese si è vista costretta a cedere e a permettere l'accesso governativo alla propria infrastruttura.