Ocean Spirals, le città del futuro saranno in mare

Un'azienda giapponese ha presentato un progetto per la costruzione di città in mezzo agli oceani. Abitazioni, negozi e hotel saranno racchiusi in sfere galleggianti a tenuta stagna e quando c'è brutto tempo si immergeranno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Atlantide potrebbe diventare realtà, grazie al progetto dell'azienda giapponese Shimizu Corporation, in partnership con l'Università di Tokyo e la JAMSTEC (Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology). Si tratta di una città nell'Oceano, ribattezzata Ocean Spirals.

Se vi immaginate una cupola anonima in fondo al mare vi sbagliate di grosso, stiamo parlando di sfere galleggianti che ospitano intere città e che si depositano sul fondo marino quando si verificano condizioni climatiche estreme. Le immagini che vedete raffigurano dei concept, ma l'azienda sembra intenzionata a terminare la costruzione della prima sfera entro il 2030.

Ocean Spirals

Ocean Spirals

Tutto parte da massicce strutture a spirale capaci di galleggiare sulla superficie degli oceani, che si sommergono in caso di maltempo o catastrofi naturali come i terremoti, piuttosto comuni in Giappone. Ciascuna sfera ha un diametro di circa 500 metri e può ospitare 5.000 persone, alloggiate in case e alberghi e impiegate a lavorare in aziende e spazi commerciali.

Nel progetto le sfere sono montate in cima a spirali che arrivano a una profondità di 3 o 4 chilometri e tracciano un percorso di 15 chilometri, con una stazione di ricerca sul fondale, da impiegare per produrre energia ed estrarre metalli rari ed altri materiali utili. Il costo stimato per la costruzione della prima sfera è di 25,5 miliardi di dollari.

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L'idea è dettata dal fatto che stiamo occupando progressivamente tutto lo spazio libero sulla terraferma, ma stiamo tralasciando la superficie più estesa del nostro Pianeta (71%), ossia gli oceani. Costruendo città galleggianti si potrebbe risolvere il problema della sovrappopolazione, oltre ad ampliare le ricerche che si conducono sul fondo del mare.

Come si vivrebbe in fondo al mare? Dai progetti sembrerebbe alla grande. Secondo Shimizu si potranno sfruttare microrganismi chiamati "methanogens" per convertire l'anidride carbonica catturata sulla superficie in metano. L'energia invece si potrebbe produrre sfruttando la forte differenza di temperatura e di pressione dell'acqua tra la superficie e il fondale marino.

Ocean Spirals

La spirale con le sfere per risalire in superficie

La parte più hi-tech del progetto è quella che riguarda la spirale: Shimizu intende crearla usando stampanti 3D di dimensioni industriali, con materiali a base di resina al posto del cemento. Ovviamente ogni sfera dovrà essere a tenuta stagna. Per spostare persone e rifornimenti da e verso la terraferma si useranno piccole sfere che percorreranno la spirale in ascesa e discesa e che si agganceranno mediante strutture sottomarine di attracco.

Ocean Spirals

Gli interni

Come potete vedere dalle immagini poi gli ambienti interni si presentano luminosi, ricchi di vegetazione e con spazi comuni molto ampi. Il progetto ha richiesto due anni e la collaborazione di molte aziende specializzate in vari settori e secondo un portavoce Shimizu "sarà plausibile".

Se l'idea vi stuzzica consigliamo di visitare il sito Internet del costruttore di Tokyo, che non è nuovo a progetti futuristici: ha immaginato anche un anello solare intorno alla luna. Sembra dunque che l'utopia di Rapture, la città sottomarina di BioShock, possa essere realizzata. Speriamo che gli abitanti non facciano la stessa fine!