OCZ è in bancarotta: Toshiba banchetta sul cadavere

Bancarotta per OCZ Technology Group. L'azienda si è sfaldata per tanti problemi, tra cui una strategia suicida che ha portato a grandi perdite e conti non esattamente trasparenti. Toshiba è l'ancora di salvezza.

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a cura di Manolo De Agostini

OCZ Technology Group è in bancarotta. Il produttore di SSD e un tempo anche di memorie RAM ha fatto sapere che i conti depositati presso la Silicon Valley Bank e la Wells Fargo Bank sono ora sotto il controllo della Hercules Technology Growth Capital, Inc. ("Hercules"), un'azienda del comparto finanziario focalizzata sulla fornitura di prestiti garantiti.

Hercules e OCZ avevano "sottoscritto un contratto di finanziamento e sicurezza" che l'azienda non ha onorato in quanto "non è conforme ad alcuni dei parametri operativi e accordi stipulati nel contratto di prestito". Così il controllo dei conti è passato sotto Hercules. OCZ ha ricevuto un'offerta da Toshiba Corporation per acquisire tutti gli asset nel corso del procedimento di bancarotta. "Le parti hanno sostanzialmente completato le negoziazioni per l'acquisto degli asset e OCZ ritiene che tutti i termini materiali siano stati concordati".

L'intesa è soggetta a varie condizioni tra cui la preservazione del valore del business e il mantenimento dei dipendenti. OCZ prevede di presentare istanza di fallimento poco dopo aver completato la documentazione finale con Toshiba ed Hercules. "Se l'azienda non rispetterà la documentazione finale presenterà una rapida richiesta di fallimento e liquidazione".

Perché OCZ si è cacciata in queste cattive acque? Purtroppo non è riuscita a gestire al meglio la sua avventura nel mondo degli SSD, o meglio il precedente amministratore delegato Ryan Petersen si è lanciato in una strategia di mercato molto rischiosa e a tratti "poco chiara", portando l'azienda all'epilogo odierno. Da una parte prezzi molto bassi, che hanno falcidiato gli introiti - OCZ non ha dichiarato un utile in cinque anni.

Si mormora che l'obiettivo fosse fare fuori più aziende possibile dal settore e poi farsi acquisire. Bright side of news parla di trattative ben avviate di acquisizione con Seagate, che però non andarono in porto, arenandosi a più riprese sotto la richiesta di Petersen di avere un posto nel consiglio di amministrazione di Seagate.

E poi c'è il problema principale: le azioni che sono crollate sotto la mancanza di credibilità e una contabilità molto discutibile. C'è voluto diverso tempo perché, su pressioni della SEC - U.S. Securities and Exchange Commission - e la minaccia del delisting l'azienda riuscisse a mettere insieme i conti e presentare un quadro corretto delle proprie finanze. E poi OCZ ha avuto diversi problemi nell'approvvigionamento di memoria NAND Flash, il componente principale degli SSD.

È un vero peccato, perché non solo il mercato rischia di perdere un'azienda che comunque negli anni ha sfornato buoni prodotti (anche grazie all'acquisizione di Indilinx), ma soprattutto perché in tutto questo a pagare probabilmente saranno i dipendenti e non chi ha combinato la frittata, portando avanti un modello di business scellerato. Ora non resta che attendere gli sviluppi per capire se andrà in porto e in che termini l'accordo con Toshiba.