Ordine degli Avvocati contro Groupon: caramba che casta!

Gli avvocati sono avvertiti: guai a pubblicizzarsi su Groupon con offerte speciali. Lo studio di infortunistica Giusto Risarcimento di Pistoia ne sta pagando ancora le conseguenze sotto il profilo dell'immagine, per ora. L'Ordine degli Avvocati di Firenze ricorda le norme deontologiche.

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a cura di Dario D'Elia

L'Ordine degli Avvocati di Firenze è pronto a "sparare a vista" su chiunque tenti di farsi pubblicità su Groupon. Dopo il caso dei medici ecco esplodere quello degli azzeccagarbugli. Lo studio di infortunistica Giusto Risarcimento di Pistoia, qualche mese fa, è apparso sul noto sito di sconti con un annuncio allettante: "Una trattazione di un procedimento stragiudiziale senza ricorrere alle vie legali a 39 euro invece di 500 oppure 2 procedimenti a 69 euro invece di 1000". Stile da mercato del pesce, ma comunque comprensibile considerato il momento difficile del settore. Già, perché a onor di cronaca la maggioranza dei giovani avvocati e dei piccoli studi sta davvero navigando in cattive acque negli ultimi tempi.

Non tutti gli avvocati sono simpatici come in Boston Legal

In ogni caso, la promozione scontatissima ha attirato due potenziali clienti e lo guardo infuocato dell'Ordine di Firenze. Dopodiché, come vuole la prassi, è stata aperta "un'istruttoria per verificare se nell'episodio fossero coinvolti avvocati iscritti all'albo", come ha sottolineato la blogger avvocato Silvia Surano su LeggiOggi. L'esito è stato negativo, ma il titolare dello studio Samuele Baroncelli si è ritrovato comunque nell'occhio del ciclone.

Già, perché secondo il Consiglio dell'Ordine il sistema di coupon e la modalità promozione di Groupon porta alla violazione di una serie di norma deontologiche:

  • articolo 17 bis numero 3: "L'avvocato può utilizzare esclusivamente i siti web con domini propri e direttamente riconducibili a sé, allo studio legale associato o alla società di avvocati alla quale partecipa, previa comunicazione tempestiva al Consiglio dell'Ordine di appartenenza della forma e del contenuto in cui è espresso".
  • articolo 19 canone primo e secondo: "È vietata ogni condotta diretta all'acquisizione di rapporti di clientela a mezzo di agenzie o procacciatori o con modi non conformi alla correttezza e decoro. L'avvocato non deve corrispondere ad un collega, o ad un altro soggetto, un onorario, una provvigione o qualsiasi altro compenso quale corrispettivo per la presentazione di un cliente".
  • articolo 22: "L'avvocato deve mantenere sempre nei confronti dei colleghi un comportamento ispirato a correttezza e lealtà". In questo caso il Consiglio ha sottolineato anche l'applicazione dell'art. 2598 c.c. in tema di concorrenza sleale intesa, nello specifico, come applicazione di prezzi non concorrenziali e inferiori ai costi sostenuti.
  • articolo 35: "Il rapporto con la parte assistita è fondato sulla fiducia". Nell'ipotesi di Groupon, invece, è evidente come la scelta del professionista dipenda esclusivamente dallo sconto applicato sul prezzo della prestazione.
  • articolo 36 canone secondo: "L'avvocato, prima di accettare l'incarico, deve accertare l'identità del cliente e dell'eventuale suo rappresentante".

Insomma, il suggerimento è di stare alla larga da convenzioni di questo genere. "Personalmente ho molto apprezzato questo modo di agire in quanto il Consiglio, chiarendo la propria posizione senza margini di interpretazione, ha voluto tutelare i propri iscritti preventivamente, evitando errori che avrebbero poi comportato ovvi provvedimenti disciplinari", scrive l'avvocato Surano.

Secondo il presidente dell'Ordine Avv. Sergio Paparo i prezzi bassi offerti dai giovani avvocati potrebbero mettere a rischio non solo la gestione dei costi ma anche il valore della loro preparazione.

"Che cosa c'è di male se un giovane professionista vede in Internet uno spiraglio per farsi largo?", ha risposto Boris Hageney, AD di Groupon Italia. 

Caro Boris hai proprio ragione.