P2P: la Svizzera contesta Logistep

La Svizzera avverte Logistep che i suoi metodi vanno contro le leggi dello stato elvetico.

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a cura di Vincenzo Ciaglia

I metodi utilizzati da Logistep per l'individuazione di attività fraudolente all'interno di circuiti P2P vanno contro le leggi svizzere. La famosa azienda, implicata nel nostro paese nel caso Peppermint, ora dovrà vedersela con la rigorosa popolazione elvetica.

La Svizzera ha avvertito la società che i suoi metodi illeciti vanno contro tutte le leggi legate alle telecomunicazioni vigenti nel paese. Secondo le norme, le identità virtuali possono essere rivelate solamente durante un caso criminale e non in uno civile, ha dichiarato Marc Schaefer, il legale della Federal Data Protection and Information Commissioner (FDPIC) svizzera. In Svizzera un indirizzo IP viene considerato come un'informazione personale e pertanto non può essere utilizzato con leggerezza come invece fa Logistep. In questo caso si violerebbero anche le leggi sulla privacy di ogni cittadino svizzero.

Secondo Logistep l'indirizzo IP non è un dato personale, perché identifica un computer, non chi lo sta utilizzando. Senza entrare nel merito di chi abbia torto o ragione, la FDPIC ha fissato al 9 febbraio la data per cui Logistep dovrà mettersi in regola con la legge, altrimenti il tutto si risolverà davanti a una corte.