PD, IdV e FLI contro l'antipirateria del leghista Fava

Partito Democratico, Italia del Valori e Futuro e Libertà hanno già preparato i contro-emendamenti per azzerare la proposta Fava. Il deputato leghista propone di rafforzare i poteri dei detentori di copyright, escludendo l'intervento della magistratura.

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a cura di Dario D'Elia

L'emendamento anti-pirateria del leghista Giovanni Fava potrebbe rischiare di essere approvato dal Parlamento la prossima settimana. Il voto in Aula sulla legge comunitaria, a cui fa riferimento, infatti è previsto fra pochi giorni quindi non è un caso che a Montecitorio gli animi si stiano scaldando.

Partito Democratico, Italia del Valori e Futuro e Libertà hanno presentato infatti contro-emendamenti che puntano a disinnescare la proposta Fava. "Allarme rosso: è passato un orribile emendamento nella legge comunitaria 2011 nella commissione competente della Camera dei deputati, volto a censurare la rete. Infatti, si rende possibile a qualsiasi utente chiedere la chiusura di un hosting provider, senza nessun ruolo affidato all'Agcom o alla magistratura", sostengono Giulietti e Vita del PD.

Giovanni Fava

"A causa dell'emendamento Fava, deputato della Lega Nord,  è stato dato, quindi, un colpo ferale alla libertà della rete anche in Italia. Dopo Sopa e Pipa negli Stati Uniti arriva pure da noi il bavaglio digitale. Ora il testo è in discussione nell'aula della Camera. Lo si blocchi prima che sia troppo tardi e si accenda l'attenzione su un argomento così delicato".

"La norma della Comunitaria che rende possibile a qualsiasi utente chiedere la cancellazione dalla rete di contenuti ritenuti illeciti, senza alcun intervento della magistratura, ma semplicemente minacciando un fornitore di hosting di un'eventuale azione di responsabilità, rischia di dar luogo ad una vera e propria censura su Internet", fa eco Antonio Borghesi, vicepresidente dell'Italia dei Valori alla Camera. "È per questo motivo che abbiamo presentato un emendamento soppressivo. Questa norma andrebbe subdolamente a porre a carico dei fornitori di hosting un obbligo di sorveglianza in relazione ai contenuti pubblicati dagli utenti, trasformandoli in sceriffi della rete, ruolo che è bene non abbiano. Questa è una vera minaccia per il web e per la libertà d'informazione. Ci auguriamo davvero di poterla fermare subito".

Ops

"Se qualcuno pensa che, per contrastare la pirateria e gli atti illeciti compiuti in Rete, si debba ridurre la libertà di espressione degli utenti, limitare l'attività dei principali operatori del web e introdurre un'insensata inversione dell'onere della prova sulla liceità dei contenuti pubblicati, non ha capito molto di Internet, ne' di pirateria. E sicuramente non sa cos'è la libertà", ha sottolineato Flavia Perina di FLI. 

Insomma, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti accantonano le proposte SOPA e PIPA in Italia si propone di slancio una normativa analoga. Va bene che l'onorevole Fava vanta già un tentativo di questo genere (a novembre) ma per quale motivo ha deciso adesso di rilanciare? Probabilmente dava per scontato l'esito della querelle statunitense, ma anche lì, le norme sono state congelate. L'avvocato IT Guido Scorza sostiene su L'Espresso che si tratti di un tentativo di sfondamento, poiché per fine febbraio si attende il parere della Commissione UE sulla vecchia proposta di legge del PDL. Insomma, una giocata d'anticipo piuttosto rischiosa.

L'auto-goal di Fava potrebbe davvero entrare negli annali.