Porno alle strette, non è bondage ma pirateria

Le major della pornografia hanno avviato la prima maxi-campagna contro la pirateria online, senza grandi risultati

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a cura di Dario D'Elia

L'industria del Porno vuole imitare Hollywood nella lotta alla pirateria online. Dallo scorso luglio cinquanta produttori statunitensi e giapponesi hanno avviato una campagna legale senza precedenti, denunciando non meno di 65mila utenti P2P e circa 80 siti.

Porno pirata, copertina del film "Pirates II: Stagnetti's Revenge"

L'aspetto curioso della vicenda è che, al momento, le Procure coinvolte hanno notificato accuse ufficiali solo a dieci individui. La difficoltà dell'intera operazione è legata al fatto che la più grande sorgente online di materiale pornografico piratato è la Corea del Sud. Tra Seoul e la provincia di Gyeonggi pare vi siano centri di smistamento online che lavorano alacremente giorno e notte.

"Adesso abbiamo stilato una nuova lista di 65mila utenti-pirata, che rispetta le linee guida segnalate dai procuratori", ha dichiarato Kim Han-Seo, responsabile legale delle major. "Vedremo se questa volta procederanno con le denunce".

Secondo i dati dei produttori statunitensi il fenomeno dello sharing online pornografico sarebbe ormai dilagante. I film più scaricati hanno evidenziato la connessione contemporanea di circa 100mila utenti.

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