Prima fai cyber-sesso, registrano il video e poi ti ricattano

La Polizia di Pordenone sta indagando su una serie di casi di estorsione legati al cyber-sesso. Prima si viene avvicinati online da presunte ragazze, poi viene chiesto di appartarsi in video-chat e infine scatta il ricatto per non diffondere le registrazioni.

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a cura di Dario D'Elia

Conosci una donna su Internet. Ci fai del cyber-sesso in videoconferenza su Skype e poi lei ti ricatta. Non c'è davvero più religione in questo mondo. E lo sanno bene i numerosi uomini adescati che si sono rivolti alla Polizia Postale di Pordenone. Si parla di vera e propria estorsione (sia consumata che tentata) perché le ragazze dopo aver consumato il rapporto a distanza minacciavano di diffonderne le riprese. L'unica via di uscita pagare 500 euro.

Cyber-sex

Secondo gli inquirenti la trappola era ben congeniata. Il contatto avveniva sui social network di ogni tipo, sia nazionali che internazionali. Da Facebook a Badoo, fino a Bazoocam.org. Dopo due chiacchiere, la richiesta di lei (ovviamente) di appartarsi su Skype per "potersi vedere reciprocamente in video chat".

Di lì in poi spogliarello e atti di autoerotismo, ovviamente volti a convincere la vittima a fare lo stesso. Solo che da una parte c'era un video registrato e dall'altra uno sfortunato smutandato. A registrazione completata – e davvero non deve essere stato un bel vedere neanche per il povero estorsore – ecco la richiesta di 500 euro da versare su un conto estero tramite Western Union.

La truffa, stando a quanto riportano gli inquirenti, in verità prosegue perché la banda continua a mungere lo sfortunato fino a quando non viene messa di mezzo la Polizia. "Attenzione alle chat e ai collegamenti video, specialmente con persone conosciute occasionalmente", ricorda la Polizia. "In caso di dubbi o sospetti, contattare la sezione provinciale Polizia Postale e delle comunicazioni di Pordenone allo 04343 – 222363".

E poi un po' di buon senso. Suvvia.