Procuratore blogger svelava sentenze comiche

Gaetano Dragotto ha lasciato l'incarico di Procuratore Generale, compromesso dalla sua attività di blogger.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

C'era un procuratore che scriveva un blog, prendendosi gioco di sentenze al limite del ridicolo. Da domani, però, Gaetano Dragotto sarà solo un blogger. Ha lasciato l'incarico di Procuratore Generale di Ancona perché ritiene che la sua attività online, pur non essendo un reato, gli sia valso l'ostracismo di colleghi e superiori.

Dragotto riportava sul suo blog passaggi di sentenze pubbliche definite "al limite del ridicolo", sempre accompagnati da commenti acidi e irriverenti. Non faceva nomi, e non ha negato di essere l'autore, quando molti colleghi si sono riconosciuti nei suoi testi.

Nessun reato, quindi, ma gliel'hanno fatta pagare, rifiutando ben tre richieste per ottenere nuovi e migliori incarichi. Dragotto ne avrebbe avuta la conferma da fonti interne. Il suo caso era arrivato addirittura al Ministro della Giustizia Alfano.

Gaetano Dragotto, sulla destra.

Dragotto potrebbe restare al suo posto, ma si è sentito "delegittimato" e non crede che un ricorso possa migliorare la situazione: "Se il capo di un ufficio non può criticare sentenze sbagliate, allora non voglio fare il capo dell’ufficio".

Ecco un piccolo esempio delle cose che Dragotto raccontava nel suo blog, ora chiuso: Un giudice sbaglia nel calcolare la pena ridotta per il rito abbreviato. La determina in tre mesi, poi applica lo sconto di un terzo, e condanna all’imputato a mesi tre di reclusione. “Il calcolo della pena era tanto complicato che il giudice ha avuto bisogno di ricorrere a quella norma che, per i processi più complessi, permette al giudice di depositare la motivazione entro novanta giorni”.

Curiosa, infine, l'attinenza con il caso di NightJack, del quale abbiamo parlato qualche settimana fa.

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