Registro degli smartphone rubati per acciuffare i ladri

Negli Stati Uniti si ipotizza di creare un registro dei telefoni rubati, che poi gli operatori useranno per bloccare i dispositivi. Insieme alla perseguibilità in caso di modifica dell'IMEI, si potrebbe ottenere una riduzione del problema.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Negli Stati Uniti stanno meditando una soluzione per il furto di cellulari e smartphone. L'idea è di creare un database dei dispositivi rubati, affinché gli operatori possano bloccarli rendendoli inutilizzabili. Ne ha dato annuncio il presidente del Federal Communications Committee (FCT), insieme ai rappresentati dei maggiori operatori telefonici statunitensi.

L'idea è facile da capire: se è impossibile attivare un telefono rubato, allora non vale più la pena di rubarlo. Oggi invece anche con i telefoni più avanzati è relativamente semplice reimpostare tutto ai valori di fabbrica, e poi rivendere il prodotto più o meno al suo valore di mercato.

Abbiamo qualche strumento, poco più che palliativi

Che si tratti di iPhone, Android o BlackBerry la vittima può bloccare il telefono, farlo squillare, persino scattare foto del ladro in alcune occasioni. L'ultima arma è la cancellazione remota per proteggere i dati, ma di certo al momento non si può impedire a qualcun altro di usare il telefono come fosse il proprio, perché dopotutto continua a funzionare. E questo è sufficiente a rendere il furto interessante.

Un problema che non esiste certo solo negli Stati Uniti, ma per fortuna questa soluzione è tecnicamente praticabile: gli operatori possono identificare ogni telefono che cerca di collegarsi alle loro reti in modo univoco (con il codice IMEI), e quindi bloccare quelli presenti in un'ipotetica lista di prodotti rubati.

Un po' come se strade e autostrade avessero sistemi per individuare le auto rubate e spegnerne i motori. Nel caso delle auto però i ladri più esperti possono fabbricare targhe false, e ciò è possibile anche con i telefoni cellulari. Con le giuste conoscenze e strumenti infatti si può cambiare il codice IMEI di un telefono, e per questo i legislatori statunitensi stanno pensando di rendere questa operazione illegale - esattamente come lo è creare targhe false per le automobili.

Ci sembra una buona soluzione, che arginerebbe i furti che mirano specificamente ai cellulari. E lo sarebbe ancora di più se il database fosse internazionale, e il telefono rubato fosse inutile tanto all'estero quanto nel paese di origine.

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E in qualche misura una norma del genere potrebbe persino ridurre furti generici; se oggi qualcuno ruba una borsa sperando di trovarci un telefono da 500 euro, domani potrebbe decidere che non ne vale più la pena. Una bella prospettiva, non c'è dubbio, senza dimenticare però che c'è sempre il risvolto della medaglia: in questo caso un più stretto controllo sui dispositivi personali, una questione che può esplodere facilmente, come nel caso di CarrierIQ.