Romani garante del pluralismo, ma la stampa?

Paolo Romani ha confermato l'impegno personale per la proroga del divieto di incroci proprietari tra stampa e TV. AGCOM ha ricordato però almeno due criticità: le emittenti non sono più solo analogiche e la carta stampata sembra essere esclusa da ogni valutazione.

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a cura di Dario D'Elia

Il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani ha promesso che nel decreto Milleproroghe di fine anno sarà inserita la proroga del divieto di incroci proprietari tra stampa e TV. L'impegno fa riferimento alla scadenza della norma contenuta nella legge Gasparri del 2004, che prevede per i proprietari di emittenti televisivi l'impossibilità di "acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani" prima del 31 dicembre 2010.

Paolo Romani

La proroga "a tempo" era stata richiesta la scorsa primavera dalle forze di opposizione, ma è stata l'istanza formale dell'AGCOM a smuovere le acque. "Si ritiene, pertanto, che il mantenimento della normativa sui limiti antitrust incrociati stampa-tv, possa a pieno titolo rientrare tra gli interventi consentiti al legislatore per il mantenimento della concorrenzialità e del pluralismo del sistema dell'informazione, anche alla luce del confronto con i principali Paesi europei", si legge nel comunicato ufficiale AGCOM.

La proroga dovrebbe impedire di fatto ad aziende come Mediaset o Sky di diventare organi di stampa. Come ha ribadito più volte l'AGCOM si tratta di un divieto "di particolare rilevanza ai fini del pluralismo, in considerazione del fatto che la televisione risulta il mezzo principale di informazione, seguita dai quotidiani, che rappresentano la seconda fonte di informazione utilizzata in Italia". 

Il Garante ne ha approfittato anche per segnalare una serie di "debolezze" della legge Gasparri. Da una parte l'esigenza di un aggiornamento, poiché ai tempi dell'approvazione si parlava esclusivamente di emittenti televisive analogiche,  dall'altra la "discrasia che si è riscontrata nel sistema della legge n. 215/2004 tra ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione della normativa in materia di sostegno privilegiato". 

In pratica per quanto riguarda quest'ultimo punto AGCOM ricorda che la normativa vigente non contempla le violazioni della carta stampata a prescindere che si rilevino una "impresa operante nel SIC facente capo al titolare di cariche di Governo ovvero al coniuge o parenti entro il secondo grado" oppure favoritismi nei confronti di titolari di cariche di Governo – il riferimento sono le cosiddette "leggi parametro". Si intende quindi "ogni condotta posta in essere dalle imprese di cui al comma 1, che, in violazione delle leggi 6 agosto 1990, n. 223, 31 luglio 1997, n. 249, 22 febbraio 2000, n. 28 e 3 maggio 2001, n. 112, specie avuto riguardo ai principi fondamentali del sistema radiotelevisivo, del pluralismo, dell'obiettività, della completezza, della lealtà e dell'imparzialità dell'informazione, fornisce un sostegno privilegiato, anche attraverso qualsiasi forma di vantaggio, diretto o indiretto, politico, economico, di immagine al titolare di cariche di Governo".

La proprietà del quotidiano "Il Giornale", che fa riferimento a Paolo Berlusconi (fratello del presidente del Consiglio), ad esempio, è assolutamente rispettosa della legge vigente ma in contrasto con lo spirito delle normative di garanzia. 

"L'Autorità rappresenta al Governo la problematicità della questione, segnalando che, in caso di rivisitazione della legge sulla risoluzione dei conflitti di interessi, andrebbe colmato il vuoto normativo che non consente, allo stato della legislazione vigente, di configurare la sussistenza del sostegno privilegiato da parte delle imprese della carta stampata", conclude la lettera di istanza spedita dal presidente AGCOM Calabrò.