Sigaretta elettronica di nuovo legale al bar e al cinema

La sigaretta elettronica non è più fuori legge al bar, nei cinema, in ufficio e in tutti i locali pubblici all'infuori delle scuole.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

La sigaretta elettronica torna a essere la benvenuta in bar, cinema, autobus, ristoranti, uffici e quant'altro. Merito della revisione apportata con il decreto Istruzione, diventato legge qualche giorno fa, in cui è stata stralciata l'ultima parte del comma 10-bis dell'articolo 51 della legge Sirchia, che applicava alle sigarette elettroniche le stesse norme previste per i tabacchi "in materia di tutela della salute dei non fumatori".

Dietrofront quindi, su tutta la linea tranne che nelle scuole, dove resta valido il divieto. Giancarlo Galan (Pdl), autore dell'emendamento al decreto Istruzione e presidente della commissione Cultura della Camera, ha spiegato che quella che è stata fatta è stata una "correzione di un eccesso di proibizione" che era stato operato a luglio con il decreto Iva-Lavoro, che era "eccessivamente restrittivo e per esempio proibiva di fatto la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche. Le norme erano più restrittive di quelle per il tabacco e il testo, che è stato riformulato tre volte, originariamente chiedeva semplicemente l'equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali".

Svapatori liberi

La spinta a modificare il decreto è venuta, ammette Galan, dalla filiera produttiva "per altro in forte espansione, massacrata dalla tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito". Nessuna considerazione medica, quindi, come precisa lo stesso promotore: "ho solo ritenuto opportuno non affossare un nuovo modo di fare impresa con una regolamentazione ostruzionistica". Un'ammissione indiretta che forse un po' di accanimento c'è stato, e volendo ben vedere c'è ancora, visto il ricarico di tasse messo in preventivo per gennaio.

Se da una parte gli svapatori esultano, dall'altra Girolamo Sirchia, presidente della Consulta nazionale sul Tabagismso e autore della legge che vietò il fumo nei luoghi pubblici dal 2003, si dice sorpreso e per nulla d'accordo: "è un cattivo provvedimento, non certo mirato alla salute pubblica, anche nella parte che riguarda la liberalizzazione della pubblicità. Non è certo una immagine edificante quella di una persona che fuma, anche se si tratta di una sigaretta finta. È una brutta immagine" ha dichiarato, pur ammettendo che "è meno dannosa della nicotina combusta della sigaretta tradizionale".

Un'opinione con cui non concorda Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), che la scorsa settimana aveva attaccato duramente la tassazione del 58 percento sulle e-cig affermando che "certo lo Stato ci guadagna di più con le sigarette tradizionali, lucra su questa tragedia, ma poi è costretto a spendere ogni anno tre miliardi per curare i 50 mila tumori che si sviluppano in Italia a causa del fumo". Non mancano però anche in campo medico le opinioni contrastanti. Probabilmente bisognerà aspettare gli esiti della prossima ricerca che sarà condotta dall'Ieo per avere qualche certezza: inizierà a gennaio 2014 e durerà 5 anni. Intanto fumerete o svaperete?